Centrafrica: una guerra tanti misteri

Pubblicato il 27 Ottobre 2013 alle 14:58 Autore: Raffaele Masto

E’ un dramma che si sta svolgendo nel silenzio quello che proprio in questi giorni vive la Repubblica Centro Africana. Per la verità il paese è sull’orlo della guerra generalizzata da mesi, ma in questi giorni sembra che lo scontro si sia acutizzato nelle regioni nord occidentali, per la precisione intorno alla città di Bouar, la seconda del paese dopo la capitale Bangui.

Intorno alla città nei giorni scorsi si è combattuto duramente. Ufficialmente a scontrarsi erano le milizie di Seleka che, con un colpo di stato, hanno portato al potere nel marzo scorso l’attuale presidente Michel Djotodia rovesciando e costringendo alla fuga Francoise Bozizè, e i gruppi di autodifesa, cioè formazioni spontanee nate in questi mesi per l’autodifesa dei propri villaggi.

I combattimenti hanno fatto fuggire migliaia di persone che si sono rifugiate in foresta. Ciò che è inquietante è che Bouar è presidiata da duecento uomini della Forza Multinazionale di Interposizione che dovrebbe evitare scontri e combattimenti e anzi disarmare milizie e guerriglieri, ma che di fatto non sono intervenuti.

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Insomma ciò che sta succedendo in Centrafrica ha molti aspetti misteriosi e preoccupanti. I gruppi di Autodifesa infatti nei combattimenti hanno conquistato l’aeroporto di Bouar, cioè sono andati oltre quello che normalmente è il loro compito specifico: difendere i territori vicino al loro villaggio. In questo caso hanno ingaggiato battaglia con milizie molto ben armate e preparate.

In secondo luogo le milizie di Seleka, ufficialmente, non dovrebbero più esserci. Il presidente Djotodia le ha sciolte. Così le domande si accumulano: perchè la Forza Multinazionale non è intervenuta? Perchè Seleka è ancora attiva e armata? E infine, come si spiega il salto di qualità dei gruppi di autodifesa? Chi c’è dietro? Chi li arma?

Insomma l’impressione è che in Repubblica Centrafricana si stia giocando una partita che va ben oltre le forze in campo.

Una partita che – sono solo ipotesi naturalmente – vede in gioco potenze come la Francia che aveva scaricato Bozizè e dato via libera a Seleka per prendere il potere.

Oppure vede coinvolte forze dell’integralismo islamico (per la prima volta al potere c’è un presidente – Djotodia – di religione islamica) che, evidentemente stanno facendo affluire denaro nel paese.

Oppure vede coinvolti gli interessi delle potenze regionali come il Sudan e il Ciad che hanno fornito miliziani a Seleka.

Oppure, ancora, coinvolge gli interessi, nemmeno troppo mascherati, delle solite potenze emergenti asiatiche e della potenza continentale, cioè il Sudafrica che ha forti interessi in un paese ricco come il Centrafrica.

Niente di nuovo sotto il sole per l’Africa dove le guerre di solito si fanno per procura e le forze locali sono solo comparse.

L'autore: Raffaele Masto

Giornalista di Radio Popolare-Popolare Network. E' stato inviato in Medio Oriente, in America Latina ma soprattutto in Africa dove ha seguito le crisi politiche e i conflitti degli ultimi 25 anni. Per Sperling e Kupfer ha scritto "In Africa", "L'Africa del Tesoro". Sempre per Sperling e Kupfer ha scritto "Io Safiya" la storia di una donna nigeriana condannata alla lapidazione per adulterio. Questo libro è stato tradotto in sedici paesi. L'ultimo suo libro è uscito per per Mondadori: "Buongiorno Africa" (2011). E' inoltre autore del blog Buongiornoafrica.it
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