I consigli di Cuperlo a Letta “Fronteggi emergenza e chiuda era Berlusconi”

Pubblicato il 3 Novembre 2013 alle 13:16 Autore: Redazione

Il governo Letta ”ha una responsabilità doppia. La prima è fronteggiare l’emergenza economica e sociale con mezzi e risorse nettamente più coraggiosi del quadro fornito fin qui” e la seconda e’ quella di ”chiudere l’era del Cavaliere’‘. Gianni Cuperlo enuncia in un’intervista all’Unità gli obiettivi principali che secondo lui, l’esecutivo dovrebbe perseguire. Per il candidato alla segreteria del Pd ”gettare alle ortiche questa legislatura senza una riforma almeno parziale delle istituzioni come ridurre il numero dei parlamentari e senza una nuova legge elettorale imprimerebbe a un disegno neocentrista e ostile all’alternanza tra destra e sinistra un marchio di fabbrica”. ”Insomma – aggiunge – chi dichiara che si può rivotare col Porcellum e chi enuncia riforme radicali sapendo che non ci sono numeri e condizioni per realizzarle sta nella stessa metà del campo e indossa una maglietta dove lo sponsor recita ‘muoiano i partiti con tutti gli elettori’ ”.

Gianni Cuperlo

Gianni Cuperlo

 

Sul fronte economico si tratta di ”ascoltare le grida di aiuto che si levano da molte parti e segnare con più radicalità l’inversione di rotta”, intervenendo ”su esodati, fondi per le politiche sociali, misure straordinarie contro la povertà, selettività nell’intervento sul cuneo e una riflessione seria sul dovere di alzare il deficit previsto per ora nel 2014 al 2,5%”. Ma ”l’altro compito del governo – dice Cuperlo –  è chiudere il ventennio, sciogliere le ambiguità che segnano in questo passaggio il destino della destra e piantare bene a fondo i paletti di un bipolarismo che dalla fine del 2011 tutti invochiamo a parole sapendo che vive però sospeso nei fatti”. ”Se non vogliamo dare sponde alla destra, salvare la democrazia parlamentare e rifondare un progetto costituzionale logorato da un ventennio di precarietà nei soggetti e nelle identità è tempo di schierare il primo partito della sinistra senza se e senza ma sulla frontiera della riforma delle regole. Ma con i fatti, perché il tempo delle promesse è alle spalle”.

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