Alfano: “Da Berlusconi nuova fiducia al governo”

Pubblicato il 5 Novembre 2013 alle 12:52 Autore: Gabriele Maestri

Dopo il colpo di scena in aula al Senato il 2 ottobre, non può non fare notizia l’ultima dichiarazione di Angelino Alfano: grazie a lui si apprende che Silvio Berlusconi ha riconfermato il suo giudizio di fiducia nei confronti del governo Letta. Il governo dunque continua la sua strada e Alfano mantiene il Viminale e la vicepresidenza. Almeno per ora, si intende.

Le parole non vengono dal prossimo libro di Bruno Vespa, ma da una dichiarazione diretta di Alfano, arrivato alla fiera di Rho-Pero per l’inaugurazione del  Salone internazionale del ciclo e motociclo Eicma. “Con il presidente Berlusconi – ha voluto spiegare il vicepresidente – non ci sono mai state divisioni riguardante i valori e i programmi del partito. L‘unico punto di dissenso è stata la valutazione del giorno 2 ottobre quando è stata votata la fiducia al governo, che è stato superato con la fiducia del presidente Berlusconi. Questo suo giudizio di fiducia mi è stato riconfermato”.

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La conferma sarebbe arrivata ieri nell’incontro tra Alfano e Berlusconi nella residenza di Arcore. “Credo che una stabilità di governo abbinata ai contenuti del nostro programma, sia la chiave di volta per un’unità che sia fondata sul programma del Popolo della libertà, che si può realizzare nell’ambito di un governo che, ovviamente, non è il nostro”. Il partito, dunque, potrebbe e dovrebbe rimanere unito con la coesistenza di questi due ingredienti.

Non rinuncia però a battere il tasto delle primarie “per il futuro e la selezione della leadership di coalizione”: per Alfano è questo l’obiettivo da raggiungere all’interno del partito, nonostante i dubbi pressanti dei “lealisti”. Non dovrebbe però essere un motivo di rischio per la coesione del Pdl ora e di Forza Italia poi: “L’Unità – ha spiegato – si è ritrovata nel momento in cui si è superato il punto di reale dissenso sulla stabilità nel governo”.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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