Totò Riina “Di Matteo deve morire”

Pubblicato il 13 Novembre 2013 alle 16:02 Autore: Redazione

 

Dal carcere milanese di Opera il boss corleonese Totò Riina si sarebbe lasciato andare a uno sfogo con un detenuto, gridando ad alta voce – dopo aver seguito in video l’ultima udienza del processo sulla trattativa Stato-mafia, che si svolge a Palermo – “Di Matteo deve morire. E con lui tutti i pm della trattativa, mi stanno facendo impazzire”.

Le parole di Riina sono state ascoltate, secondo quanto scrive “Repubblica”, da un agente della polizia penitenziaria. “Quelli lì devono morire, fosse l’ultima cosa che faccio”, avrebbe aggiunto il boss, minacciando così tutti i rappresentanti dell’accusa al processo: oltre a Di Matteo, l’aggiunto Vittorio Teresi e i pm Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia.

Nino Di Matteo minacciato da Totò Riina per ruolo nel processo della trattativa Stato-Mafia

Nino Di Matteo minacciato da Totò Riina per ruolo nel processo della trattativa Stato-Mafia

Lunedì scorso, scrive il quotidiano, si è riunito il Comitato per l’ordine e la sicurezza, presieduto dal prefetto Francesca Cannizzo, e ha valutato la possibilità di trasferire Di Matteo e la sua famiglia in un’altra località ma al momento ha deciso di chiedere al ministero dell’Interno un rafforzamento delle misure di sicurezza, con la possibilità di dotare la scorta di Di Matteo del dispositivo Jammer in grado di bloccare i segnali radio dei telecomandi in un raggio di duecento metri. Riina avrebbe parlato anche di “uno che era a Caltanissetta e adesso è a Palermo, uno che si dà un gran da fare”. Probabilmente si riferiva all‘attuale procuratore di Palermo Roberto Scarpinato.

Intervento del capo della Procura di Palermo, Francesco Messineo

francesco messineo procuratore palermo su minacce di riina a di matteo

“Sulla verità, la fondatezza e la corrispondenza al vero delle minacce propalate da Totò Riina nei confronti del Pm Di Matteo, e pubblicate su un quotidiano, preferisco non fornire alcun elemento. Partendo da questo pressupposto siamo profondamente allarmati da questa pubblicazione perché ammesso che siano vere, queste minacce sembrano una chiamata alle armi che Riina fa al popolo di Cosa nostra contro i magistrati che rappresentano l’accusa nel processo sulla trattativa Stato-mafia”.

 

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