Italia-Germania termina 1 a 1 ma rimane il più grande derby d’Europa

Pubblicato il 16 Novembre 2013 alle 10:08 Autore: Lorenzo Stella

Sono poche le certezze nella vita di un tifoso ma che Italia-Germania non sarà mai un’amichevole è un dato di fatto. Le sfide fra gli azzurri e i panzer hanno sempre dato vita ad epiche battaglie: dalla partita del secolo del 1970 fino ad arrivare alle semifinali di Germania 2006 e di EURO2012 passando per la finale del Mundial ’82.

 

La targa commemorativa della "Partita del Secolo" fra Italia e Germania al mondiale '70

La targa commemorativa della “Partita del Secolo” fra Italia e Germania al mondiale ’70

 

In campo non ci sono più Boninsegna, Burgnich, Riva, Rivera, Rossi, Tardelli, Altobelli, Grosso e Del Piero ma c’è ancora un superstite dei vari eroi azzurri capaci di piegare i teutonici: Mario Balotelli capace, durante gli europei nelle terre di Polonia e Ucraina, di rifilare una doppietta alla nazionale guidata da Loew.

Questa sera i due tecnici non sono cambiati, troviamo sempre Prandelli e Loew sulle due panchine, ed, essenzialmente, nemmeno le due formazioni lo sono. Prandelli continua a fare affidamento sulla difesa a 4 con un centrocampo senza ali ma pieno di qualità nel mezzo: Pirlo, Marchisio, Thiago Motta e Montolivo avanzato nel ruolo di trequartista. In attacco pesa non poco l’assenza del ritrovato bomber italo-americano Giuseppe Rossi, costretto in panchina a causa della febbre. Il sostituto scelto da affiancare a Balotelli è Osvaldo. Anche sul fronte tedesco si possono riscontrare varie defezioni: oltre a Gomez sono costretti a saltare la sfida anche Schweinsteiger e Podolski.

 

Schweinsteiger è uno dei grandi assenti della sfida

Schweinsteiger è uno dei grandi assenti della sfida

 

L’arbitro portoghese Olegário Benquerença fischia l’inizio del match e l’Italia sembra partire col piede giusto: Balotelli in corsa riesce a liberarsi dei difensori ma calcia a lato mentre, poco dopo, Pirlo fa la barba alla traversa su punizione. L’avvio azzurro esalta i tifosi di San Siro che vengono riportati bruscamente con i piedi per terra da Hummels che, all’ottavo minuto, castiga l’Italia alla prima occasione su calcio d’angolo. Dopo il gol del vantaggio avversario, gli azzurri vanno in affanno e rischiano di subire un secondo gol che sarebbe stato pesantissimo da digerire. Fortunatamente gli undici in maglia bianca non infieriscono sulla preda e non chiudono la partita, non che non ci abbiano provato, sia chiaro.

Gli uomini di Prandelli faticano a riguadagnare terreno ma la svolta arriva al 27’: Abate recupera palla sulla fascia destra, si accentra, trova l’ottima sponda di Osvaldo ed insacca con un tiro angolatissimo. Prima rete in nazionale per lui. Per il resto del primo tempo i tedeschi assumono un atteggiamento attendista cercano di sfruttare alcuni errori della difesa azzurra in fase di disimpegno. Si chiude quindi il primo tempo e si apre il secondo senza alcuna sostituzione.

Gli azzurri riescono a creare molti pericoli soprattutto su calcio piazzato e allora Prandelli, per rendere meno statico il gioco, inserisce Candreva al posto di Osvaldo e passa al 4-3-2-1 con Marchisio e Montolivo a supporto di Balotelli. Loew risponde schierando l’artiglieria pesante: entrano Reus e Ozil ma il gioco rimane chiuso e le due squadre non forzano la mano adagiandosi ed accontentandosi del pareggio. Gli unici eventi ancora degni di nota rimangono la rissa, placata in pochi minuti, fra Kroos e Motta e l’occasionissima sciupata da Howedes al termine dei minuti di recupero.

 

Capitan Buffon ha toccato, contro la Germania, la quota di 138 presenze in nazionale

Capitan Buffon ha toccato, contro la Germania, la quota di 138 presenze in nazionale

 

Un pareggio che va bene ad entrambe le compagini e l’Italia, nonostante pecchi ancora di sufficienza in fase di disimpegno, si dimostra una nazionale solida e pronta a mettere i bastoni fra le ruote alle squadre favorite per la vittoria del mondiale brasiliano.

 

L'autore: Lorenzo Stella

Nato a Carmagnola (TO) il 3 ottobre del 1992, studio presso l'Università degli studi di Torino, corso di laurea in Scienze politiche e sociali. Scrivere è, da sempre, la mia più grande passione e, dopo aver scritto per alcune testate sportive locali, ho iniziato a scrivere per la testata on-line Termometro Politico nel maggio del 2013. Da febbraio del 2014 ricopro il ruolo di Vice-caporedattore della sezione sportiva di Termometro Politico.
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