Attentato all’ambasciata iraniana di Beirut: 23 morti, 150 i feriti

Pubblicato il 19 Novembre 2013 alle 18:28 Autore: Guglielmo Sano
Bombe Libano

Attentato all’ambasciata iraniana di Beirut : 23 morti, 150 i feriti

Una televisione locale di Beirut, l’emittente LBCI, sostiene che sia stato un gruppo jihadista, quello delle brigate Abdullah Azzam affiliate ad Al Quaeda, a rivendicare l’attentato all’ambasciata iraniana della capitale libanese che ha causato la morte di 23 persone, tra le quali anche l’addetto culturale del personale diplomatico di Teheran, Ibrahim Ansari, che si trovava nei pressi dell’ingresso al momento della deflagrazione, e il ferimento di quasi 150 persone.

Con un tweet, la guida religiosa delle brigate Sheikh Sirajettin Zuraiquat, avrebbe fatto sapere che “il martirio è stato compiuto da due eroi sunniti libanesi”: il primo si sarebbe lanciato verso i cancelli dell’ambasciata a bordo di una motocicletta, facendosi esplodere di fronte ai cancelli dell’edificio, sventrando il posto di guardia e arrecando notevoli danni.

Attentato in Libano

Il secondo, a bordo di un’automobile, forse aveva intenzione di farsi esplodere all’interno dell’edificio, invece, è saltato in aria all’esterno, a 30 metri dall’ambasciata, causando la maggior parte dei feriti e danni agli edifici limitrofi, tra cui anche una moschea sciita. Si pensa che siano stati utilizzati almeno 100 kg si esplosivo. L’ambasciata ha sede in un quartiere nella zona sud di Beirut, controllato saldamente da Hezbollah, vi ha anche la propria sede, storico alleato di Teheran e sostenitore di Bashar Al Assad in Siria così come l’Iran.

I ribelli che combattono il regime di Damasco sono in maggioranza sunniti, particolare che permetterebbe di collocare l’attentato nel quadro della questione siriana. Dalla capitale iraniana si punta il dito contro Israele, accusata di essere il mandante degli attentati, tre dall’inizio dell’anno, che avrebbero come obiettivo quello di portare la destabilizzazione regionale anche in Libano.

Anche Najib Miqati, premier dimissionario, accusa Israele anche se in maniera velata dicendo che “si vuole utilizzare il Libano per inviare messaggi politici”. Da Hezbollah, come riporta la tv Al Mayadeen, fanno sapere che “sappiamo chi è stato e come vendicarci”.

L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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