Greenpeace, scarcerato Cristian D’Alessandro: per gli attivisti resta l’accusa di pirateria

Pubblicato il 21 Novembre 2013 alle 09:30 Autore: Guglielmo Sano
Greenpeace, scarcerato Cristian D’Alessandro

Greenpeace, scarcerato Cristian D’Alessandro. Il 19 Settembre le autorità russe avevano tratto in arresto 28 membri dell’equipaggio della nave rompighiaccio di Greenpeace “Artic Sunrise”, per aver tentato di scalare la piattaforma petrolifera di Gazprom “Prirazlomnaja” che, in quel periodo, avrebbe dovuto cominciare le trivellazioni petrolifere nel Mar di Pechora (una sezione del mare artico): per loro era subito scattata la detenzione nel freddo e inospitale carcere della città di Murmansk, nel Nord della Russia Occidentale.

La scorsa settimana, gli attivisti dell’organizzazione ecopacifista, sono stati trasferiti nel carcere di San Pietroburgo dove ha sede il tribunale che, per questioni di giurisdizione, li giudicherà. Non si sa bene, ancora, per quale accusa saranno processati: sicuramente vandalismo, potrebbe cadere, invece, l’accusa di pirateria. Entrambi i capi d’imputazione al momento, almeno formalmente, restano in piedi.

In ogni caso da San Pietroburgo arrivano buone notizie: dopo due mesi di appelli e contatti diplomatici, tra i vari paesi d’appartenenza degli attivisti e la Russia, la situazione sembra essersi sbloccata: 7 attivisti, tra cui anche l’italiano Cristian D’Alessandro, sono stati liberato. Infatti, la Corte Kalininskij di San Pietroburgo, ha concesso lo scarceramento su cauzione anche per l’attivista italiano.

Greenpeace, scarcerato Cristian D’Alessandro

La cauzione era già stata concessa nei giorni scorsi ad altri sei attivisti che potranno lasciare il centro di detenzione preventiva: Greenpeace pagherà la somma di 2 milioni di rubli, pari a 45mila euro,  per ogni imputato, entro la scadenza fissata per il 27 Novembre. Tuttavia ancora non sono state comunicate le modalità di pagamento.

Non si sa bene ancora se, gli attivisti, potranno allontanarsi dalla Russia in attesa del processo: comunque dovrebbero ritenersi in ogni momento a disposizione degli inquirenti.

Nessuno di loro ha il passaporto: per quanto riguarda Cristian, l’ambasciatore Italiano Ragaglini, fa sapere che molto probabilmente trascorrerà tre mesi, in attesa dell’udienza, in un albergo di San Pietroburgo.

L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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