Berlusconi voleva l’Italia fuori dall’Euro?

Pubblicato il 22 Novembre 2013 alle 18:52 Autore: Gabriele Maestri
silvio berlusconi Italia fuori dall'Euro

“Per quanto mi riguarda sono sempre stato un europeista convinto”. Lo proclamava in modo netto Silvio Berlusconi a dicembre dell’anno scorso, di fronte alle reazioni preoccupate di vari politici europei alla sua scelta di candidarsi alle nuove elezioni politiche. Ora, in compenso, si scopre che Silvio Berlusconi, un anno prima aveva avviato le trattative a Bruxelles per portare l’Italia fuori dall’Euro.

Lo dice Hans-Werner Sinn, voce autorevole del panorama economico e statistico in Germania: è infatti presidente dell’istituto di ricerca congiunturale tedesco, Ifo-Institut, durante un convegno economico organizzato a Berlino dal quotidiano Sueddeutsche Zeitung. “Sappiamo – ha detto pubblicamente Sinn – che, nell’autunno 2011, l’allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha avviato trattative per far uscire l’Italia dall’Euro”. Poco dopo, tuttavia, lo stesso governo di Berlusconi sarebbe arrivato a conclusione, lasciando spazio a Mario Monti, che certamente non ha proseguito sullo stesso cammino (prendendo ovviamente per vera la notizia).

Hans-Werner Sinn

Nello stesso dibattito, dedicato alla crisi che sta vivendo l’Europa e ai suoi effetti in particolare sui paesi meridionali, Sinn ha aggiunto: “Non so per quanto ancora l’Italia ce la farà a restare nell’Unione Europea: l’industria nel nord del paese sta morendo, i fallimenti delle imprese sono ormai alle stelle e la produzione industriale è in continuo calo”.

La possibilità di un’uscita, forzata o voluta, “è sempre concreta per Francia, Grecia e Italia”, ha detto ancora il presidente di Ifo-Institut. Anche gli sforzi da parte dell’Europa per evitare l’uscita di quelle economie dal sistema Euro, del resto, per l’Europa (e segnatamente per la Germania, cui sarebbe richiesto lo sforzo maggiore) sarebbe molto dispendioso: il salvataggio di due paesi come la Francia e l’Italia, i cui crediti in percentuale del pil corrispondono circa a quelli concessi alla Grecia, “ci costerebbe qualcosa come 4.500 miliardi di euro”.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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