La pregiudiziale di Casini: “Si voti sulla decadenza quando l’interdizione è definitiva”

Pubblicato il 26 Novembre 2013 alle 10:42 Autore: Gabriele Maestri
Politica italiana, Casini Evaporato il nostro terzo polo

Lo aveva in qualche modo annunciato ieri mattina nell’intervista rilasciata al Mattino, senza anticipare però i contenuti del suo intervento. Qualche ora dopo Pier Ferdinando Casini ha confermato le prime impressioni: ha proposto infatti una questione pregiudiziale perché l’aula del Senato “con una mera presa d’atto, non suscettibile di interpretazioni pretestuose e strumentalizzazioni politiche” decida sulla decadenza di Silvio Berlusconi solo “al momento della decisione definitiva della Corte di Cassazione sulla durata dell’interdizione“.

Si tratta di fatto di un rinvio e non è nemmeno il primo che viene proposto. Un effetto simile, in sostanza, poteva ricondursi al “lodo Buemi”, alla proposta cioè che il senatore Psi aveva presentato in Giunta perché si desse luogo direttamente alla decadenza in base all’interdizione dai pubblici uffici, una volta che fosse stata definitiva, senza bisogno di passare per l’applicazione della legge Severino. Allora come oggi, il tentativo sembra avere essenzialmente il duplice scopo di evitare effetti negativi di eventuali ricorsi in sede europea contro quella legge e di tentare una temporanea pacificazione tra le compagini politiche.

pregiudiziale di Casini

“Silvio Berlusconi  ha tutto il diritto di presentare quelle che ritiene nuove prove, di chiedere la revisione dei suoi processi e di avanzare ogni ricorso in sede europea – ha detto Casini -. La mia iniziativa prescinde totalmente da queste valutazioni e in particolare non ha nulla a che fare con estemporanee valutazioni, che respingo al mittente, sulle gravi responsabilità che si assumerebbero i senatori votando la sua decadenza”. Per l’esponente Udc le sentenze passate in giudicato vanno rispettate, altrimenti “sarebbe travolto il sistema democratico e ogni principio costituzionale diventerebbe carta straccia”. Anche per questo, conferma il suo sì alla decadenza “con pieno rispetto degli uomini e delle istituzioni”.

La proposta però non piace al Pd, che non ha la minima intenzione di appoggiarla: “Abbiamo letto e ascoltato quanto affermato da Pier Ferdinando Casini. Il Pd ritiene che l’aula del Senato debba solo prendere atto di una decisione della Cassazione, come previsto da una legge dello Stato – spiega la vicepresidente del gruppo Pina Maturani – e non ritiene ci siano motivazioni valide per dover sospendere l’iter parlamentare e non votare la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi. Per questo voteremo contro la pregiudiziale annunciata dal senatore Casini”. .

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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