Camusso: basta propaganda. Il rischio è un’emergenza democratica.

Pubblicato il 3 Dicembre 2013 alle 12:45 Autore: Redazione
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Camusso: basta propaganda. Il rischio è un’emergenza democratica. La segretaria generale della Cgil non si risparmia ed attacca duramente il governo di ‘larghe intese’ presieduto da Enrico Letta.

Per la leader del sindacato “è finito il tempo della propaganda, degli annunci e delle promesse. Sta diventando insopportabile l’abitudine di dire una cosa e di farne un’altra”.

Camusso sulla legge di stabilità – Continuando, affonda sulla Stabilità: “ci avevano detto che nell’esame della legge di stabilità in Senato ci sarebbe stata attenzione anche al lavoro. Non è accaduto nulla. Abbiamo la sensazione che i politici parlino molto di loro stessi e fra loro, invece di parlare alla gente di come risolvere i problemi. C’è il concreto rischio”, avverte la segretaria generale Cgil, “che il rancore e il risentimento che ormai si percepiscono, ci portino verso una vera emergenza democratica”.

Imu e imposte progressive –  A tenere banco nell’intervista sono ancora le parole di sabato 30 novembre sull’Imu (“l’unica cosa seria sarebbe rimetterla”, ndr), l’Imposta Municipale Unica: “siamo al punto che ad imposte progressive, che fanno pagare di più ai ricchi si sostituiscono imposte che gravano su chi ha meno, per esempio anche sugli affittuari. E se tiriamo le somme, alla fine la pressione tributaria aumenta”.

Camusso: basta propaganda. Il rischio è un’emergenza democratica.

Camusso “Siamo prigionieri del falso mito della diminuzione delle tasse” – Concludendo la leader della Cgil afferma: “siamo prigionieri di un falso mito, che l’unica cosa utile per la ripresa sia calare le tasse: ne risulta un vero imbroglio”. Il rilancio dell’economia reale, al contrario, potrà arrivare grazie ad un grande piano che rilanci il lavoro, in controtendenza con i drammatici dati sulla disoccupazione e sull’inoccupazione, purché coniugato al rispetto dei diritti e della dignità del lavoratore.

Ministro Delrio “Troppi compromessi” – Gli fa eco il ministro per gli Affari Regionale, Graziano Delrio, affermando “sarebbe stato più semplice far pagare una quota al 10% dei più abbienti. Ne avremmo ricavato 1,2-1,4 miliardi. Ora I troppi compromessi ci costringono a dover racimolare altri 150-200 milioni”.

 

(Daniele Errera)

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