Quanto conta e può contare (davvero) il “popolo arancione” a Milano

Pubblicato il 3 Dicembre 2011 alle 10:00 Autore: Teresa Cardona
“popolo arancione”

La querelle che ha visto protagonisti in questi giorni il Sindaco Giuliano Pisapia e l’Assessore Stefano Boeri sembra essere rientrata. L’Assessore ha rimesso le deleghe al Sindaco e si è scusato pubblicamente con lui e con la Giunta (gesto apprezzabile, comunque la si pensi sulla vicenda; non è una prassi consueta tra gli uomini “noti e di potere” riconoscere i propri limiti ed errori). Il Sindaco Pisapia, dopo aver consultato Giunta e consiglieri della sua maggioranza, ha deciso di restituire le deleghe a Stefano Boeri, tranne quella relativa a Expo 2015, che verrà condivisa collegialmente tra diversi assessorati.

Crisi dunque che sembra essersi risolta positivamente.
Tutto è bene quel che finisce bene? Staremo a vedere.
Un fatto certo emerge da quanto è successo in questi giorni: il ruolo che hanno svolto i social media (facebook e twitter) nel provare a entrare nelle dinamiche del primo vero empasse del governo del centro sinistra meneghino.
Domenica pomeriggio, quando si è iniziato a capire che lo scontro tra Sindaco e Assessore era andato oltre ad uno scambio, per quanto acceso, di opinioni, e che si stava trasformando in un problema serio, facebook e twitter hanno cominciato a scaldarsi. Con il solito tam tam che tanta parte ha avuto nella campagna elettorale milanese, sono iniziati a girare appelli, che hanno raccolto via via centinaia di adesioni. L’hashtag più diffuso su twitter è stato #salviamolarcobalenodimilano. In rete si percepiva sconcerto, preoccupazione e anche una certa rabbia per quanto si stava consumando tra i due attori in scena. Poca partigianeria (ha ragione Boeri, ha ragione Pisapia), tanto “spirito unitario”. E il desiderio/volontà, da parte di tutti di “contare”, nell’idea che la vittoria di Milano sia anche (forse soprattutto) “proprietà” dei tanti che generosamente si sono spesi per conseguirla.

“popolo arancione”

Ora non sappiamo quanto la mobilitazione in rete abbia influenzato Giuliano Pisapia e Stefano Boeri nel cercare una ricomposizione positiva. E’ un elemento al momento difficilmente misurabile.
Ma è un dato incontrovertibile che ci sia stata e sia stata massiccia. E la mobilitazione online rappresenta solo la punta dell’iceberg di un sentimento diffuso in larga parte del “popolo arancione”, anche offline.
I cittadini chiedono di avere ruolo nelle dinamiche e nelle scelte dell’amministrazione. Non solo formalmente. Non solo come massa critica che si spende ogni giorno per commentare lo “stato” del Sindaco e dei diversi assessori (più o meno loquaci sui social network), cliccare “mi piace”, twittare e ritwittare centinai di messaggi.

Come ha ben scritto Ivan Scalfarotto nei giorni caldi della crisi “la cosa più dura della politica è avere la responsabilità delle speranze degli altri”. E al di là di quello che pensa qualcuno, tenere in considerazione la speranza (e i sogni) dei cittadini è un pezzo importante del compito di chi sceglie di assumere ruoli di governo.

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L'autore: Teresa Cardona

Teresa Cardona, laureata in architettura, art director e graphic designer, da alcuni anni si occupa di progetti di comunicazione strategica e di comunicazione politica. Fino al settembre 2011 è stata responsabile della comunicazione del Partito Democratico metropolitano milanese. Il suo sito personale è www.teresacardona.it
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