La Kyenge si confida: “Mi manca la libertà di girare da sola”

Pubblicato il 11 Dicembre 2013 alle 15:06 Autore: Daniele Errera

La Kyenge si confida: desideri, origini, e politica. 

E’ una Ministra Kyenge quasi spensierata quella che si confida a tutto tondo presso la trasmissione radiofonica ‘Un giorno da pecora’. Quando i conduttori del programma di Radio2, Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro, le chiedono un rimpianto da vita pre ministeriale, la titolare del dicastero all’integrazione non ha dubbi: “mi manca la libertà di girare da sola; prima andavo al supermercato o a passeggiare, adesso ho la scorta. Manca la sensazione di essere da sola. Rispetto molto le regole, e quindi non ‘scappo’ dalla scorta anche per rispetto del loro lavoro”. Da qui il regalo per Natale più desiderato non può che essere “una passeggiata a piazza di Spagna per prendere un gelato”.

C.KYENGE

I conduttori del programma interrogano il Ministro sul suo passato: origini del cognome, infanzia, arrivo in Italia. La Kyenge risponde a tutte le questioni con sorriso e serietà. Il cognome ha un’origine cittadina: deriva infatti dal villaggio degli antenati del padre, nel sud ovest dell’attuale Repubblica Democratica del Congo, l’ex Zaire. Il nome fu preso proprio dal fondatore del luogo, Kenge. Un aneddoto particolare, quanto drammatico, dell’infanzia dimostra la coriacea della pelle della Ministra: “ebbi una crisi respiratoria lunga e quindi mi portarono in obitorio. Praticamente data per morta, ma sono tornata indietro, fortunatamente. Ad altri non accade”. L’arrivo in Italia fu ‘particolare’: “arrivai con il visto di studio all’aeroporto di Fiumicino, mi ricordo che faceva molto freddo, perché io provenivo da un luogo in cui era estate”. Ultima curiosità di vita quotidiana, la Kyenge, esponente dei dem, non dice mai parolacce.

Concentrandosi poi su alcuni temi in agenda del Parlamento, come la proposta di eliminare i termini ‘mamma’ e ‘papà’ in favore di ‘genitore 1’ e ‘genitore 2’, la Ministra risponde “è una proposta fatta da una consigliera del Veneto, dunque non mia, bisognerebbe chiederlo a lei. Io non vedo perché si dovrebbero togliere i termini mamma e papà”. E poi c’è la questione della giornata, la fiducia al Governo Letta: “al 99% il governo non cade, io tifo per il governo e penso che bisogna essere ottimisti”.

 

Daniele Errera

L'autore: Daniele Errera

Nato a Roma classe 1989. Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali con la tesi "Dal Pds al Pd: evoluzione dell'organizzazione interna". Appassionato di politica, ha ricoperto vari ruoli nel Partito Democratico e nei Giovani Democratici. E' attivo nell'associazionismo territoriale.
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