Spd: si alla “Grosse Koalition”. Sei ministri ai socialdemocratici nel terzo governo Merkel

Pubblicato il 15 Dicembre 2013 alle 17:25 Autore: Daniele Errera

Spd: si alla “Grosse Koalition”. Sei ministri ai socialdemocratici nel terzo governo Merkel

Responsabilità: è questo l’esito del referendum interno al partito della socialdemocrazia tedesca, l’Spd. L’80% dei 474.820 iscritti, ben 369.680 aderenti, ha votato nelle sezioni del partito: di questi, il 76,5% ha dato il ‘si’ per l’appoggio al governo di coalizione. Il 23,5% degli aderenti all’Spd, invece, ha giudicato negativamente la prospettiva di un nuovo sostegno alla cancelliera Angela Merkel ed avrebbe preferito, quindi, nuove elezioni.

La “grosse koalition” si è resa inevitabile dopo le elezioni del settembre 2013. Infatti, nonostante lo storico 41,5% della Cdu, il partito della donna più potente del mondo, la valanga di voti accaparrati non sono risultati abbastanza per ottenere la maggioranza assoluta del Bundestag. Questo perché l’alleato storico dei cristiano sociali, i liberali della Fdp, non hanno superato il 5% della soglia di sbarramento che il sistema elettorale proporzionale tedesco impone. Gli antagonisti dell’Spd sono diventati, quindi, l’unica stampella su cui appoggiarsi per quel pugno di seggi mancanti necessari a formare una salda maggioranza. Di fatto i scranni in Parlamento sono così distribuiti: Cdu 311, Spd 192 (corrispondente al 25,7% dei voti), la Linke – ovvero la sinistra post comunista – 64% (per l’equivalente all’8,6%) ed i Verdi a 63 (8,4%). Alla Merkel sarebbero mancati solo cinque seggi per formare un monocolore Cdu.

Il voto interno alla socialdemocrazia, sull’appoggio alla grande coalizione, è stato accolto positivamente dalla cancelliera: “sono contenta” è stata la sua prima reazione. Gli fa eco il segretario del partito cristiano sociale, Hermann Groehe, che afferma: “l’accordo raggiunto è un buon fondamento affinché il nostro paese rimanga forte e la gente fra quattro anni stia ancora meglio”. Del resto non è la prima volta che la Germania presenta coalizioni centrodestra-centrosinistra: già nel 2005, l’esito incerto delle elezioni portò Merkel alla cancelleria col sostegno dei socialdemocratici guidati dall’ex leader tedesco Gerhard Schröder.

Anche dall’Spd arrivano commenti favorevoli: “questo giorno entrerà nella storia della democrazia in Germania”, è il giudizio del presidente socialdemocratico Sigmar Gabriel. Ringraziando poi il 23,5% dei votanti per il ‘no’ alla grosse koalition, ha dedicato a loro un appello: “il partito si adopererà – nei prossimi quattro anni – per dimostrare che aveva ragione l’altro 76,5%, quello che ha votato sì”. L’accordo Cdu-Spd ha prodotto, in favore del partito socialdemocratico, sei ministri di peso nel governo Merkel III.

Ed oggi alcune indiscrezioni del quotidiano Der Spiegel, seguiti da Bild, hanno esternato i papabili nomi dei ministri del nuovo governo: il Ministero delle Finanze rimarrà saldamente nelle mani cristiano-sociali con Wolfgang Schaeuble. All’economia e all’energia il super ministro sarà proprio Gabriel, presidente Spd. L’ex vice cancelliere del governo Merkel I, Frank-Walter Steinmeier, guiderà la politica estera della Germania. La giovane Andrea Nahles, segretaria generale Spd, andrà alle politiche sociali. Heiko Maas e Manuela Schwesig, entrambi socialdemocratici, rispettivamente al Ministero di Giustizia e della Famiglia. Infine il sesto nome socialdemocratico sarà Barbara Hendricks all’Ambiente.

I cristiano sociali replicheranno con una lista composta da: Ursula von der Leyen (Cdu) alla Salute, Thomas de Maiziere (Cdu) al ministero della Difesa (confermato), Johanna Wanka (Cdu) all’Istruzione (anch’essa confermata), Hans-Peter Friedrich (Csu) agli Interni e Peter Ramsauer (Csu) ai Trasporti. Per l’Agricoltura e la Difesa dei consumatori le indiscrezioni parlano del segretario generale Csu, Alexander Dobrindt. Domani, ore 18:30, due conferenze simultanee Berlino-Monaco indicheranno con certezza i nomi.

 

Daniele Errera

L'autore: Daniele Errera

Nato a Roma classe 1989. Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali con la tesi "Dal Pds al Pd: evoluzione dell'organizzazione interna". Appassionato di politica, ha ricoperto vari ruoli nel Partito Democratico e nei Giovani Democratici. E' attivo nell'associazionismo territoriale.
Tutti gli articoli di Daniele Errera →