La Fed avvia il tapering

Pubblicato il 23 Dicembre 2013 alle 14:18 Autore: Giovanni De Mizio

Termometro Finanziario: La Fed avvia il tapering: gli USA avanzano, mentre l’UE arretra sull’Unione bancaria

La Federal Reserve avvia finalmente il tapering, il “famigerato” assottigliamento del cosiddetto Quantitative Easing: gli acquisti mensili di titoli di Stato e mortgage backed securities passano dagli attuali 85 ad “appena” 75 miliardi di dollari, sulla spinta di migliori prospettive per l’economia americana.

Il mercato del lavoro sembra essere almeno sulla via della stabilizzazione, mentre la crescita sembra guadagnare momentum: secondo l’ultima stima del PIL, gli Stati Uniti sono cresciuti nell’ultimo trimestre ad un ritmo annualizzato del 4,1 per cento, stima corretta al rialzo sia rispetto alla prima del 2,6 per cento (grazie all’aumento delle scorte) che alla seconda del 3,1 per cento (in quest’ultimo caso grazie soprattutto alla spinta dei consumi). L’accordo sul budget raggiunto dal Congresso lascia inoltre intendere minori spazi per manovre “kamikaze” come tagli lineari, ricreando un ambiente meno ostile e incerto alla ripresa.

Dall’altro lato dell’Atlantico, però, l’Unione Europea porta a casa un accordo sull’Unione Bancaria che sembra più una somma di problemi che una soluzione: fondo di risoluzione di appena 55 miliardi in dieci anni (contro i 4500 spesi negli ultimi cinque per puntellare il sistema bancario) e una procedura come al solito bizantina e complessa che dovrebbe risolvere problemi che, come dimostrato nel corso dell’ultima crisi, possono precipitare nel corso di una settimana.

bce

Nel caso in cui una banca sia in dissesto, infatti, bisognerà prima bussare alla porta di azionisti, obbligazionisti e depositanti non assicurati (che richiederanno alle banche rendimenti superiori per far fronte a questo nuovo rischio, costi che verranno inevitabilmente spalmati sul credito, causando maggiori difficoltà a famiglie e imprese bisognose di prestiti), poi al fondo di risoluzione, e solo allora potranno intervenire gli Stati, a patto che i partner europei diano l’assenso all’operazione. Meccanismo complesso, come tipico dell’UE, che pone una domanda: non sarebbe stato meglio fare come negli USA, separando le banche che raccolgono depositi da quelle che investono in attività più rischiose, garantendo le prime e lasciando affondare le seconde?

Settimana macroeconomica leggera, come ovvio visto l’approssimarsi delle festività di fine anno: gli appuntamenti più importanti arrivano dagli USA e sono gli ordinativi di beni durevoli, attesi in crescita su base mensile (martedì), e le nuove richieste di sussidi di disoccupazione, che dovrebbero calare in area 350mila dopo il balzo a 379 mila della scorsa settimana. Buon 2014 a tutti.