Renzi: “Nulla in comune con Letta e Alfano”

Pubblicato il 29 Dicembre 2013 alle 12:23 Autore: Alessandro Genovesi
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Che il Natale non sarebbe stato propriamente sereno per il governo, lo si era capito dagli attacchi arrivati ieri da importanti esponenti del Pd. Il clima teso viene confermato direttamente dal segretario del Pd, Matteo Renzi, nel corso di un’intervista pubblicata oggi su La Stampa.

Il lungo colloquio comincia con una netta presa di posizione da parte di Renzi, che ci tiene a rimarcare le distanze dagli altri due quarantenni al potere, Enrico Letta e Angelino Alfano, ai quali è spesso accomunato per la comune estrazione democristiana. “Io sono totalmente diverso, per tanti motivi” in primis perché “ho ricevuto un mandato popolare”. Poi la stoccata: “Enrico è stato portato al governo anni fa da D’Alema, che io ho combattuto e combatto in modo trasparente; Angelino Alfano al governo ce l’ha messo Berlusconi, quando io non ero ancora nemmeno sindaco di Firenze”.

Renzi passa poi a quanto fatto dal governo finora, alzando l’asticella sul programma: “Con l’anno nuovo si passa dalle chiacchiere alle cose scritte: a cominciare dal lavoro e dalle riforme, i due temi capitali”. Il giudizio sull’esecutivo non è dei più positivi e il sindaco di Firenze non perde occasione per rimarcarlo: “Se si fanno marchette e si passa dalle larghe intese all’assalto alla diligenza, non va bene. Potevano risparmiarsi e risparmiarci tante cose. E la faccenda della nomina da parte di Alfano di diciassette nuovi prefetti è soltanto la ciliegina sulla torta”. Tuttavia, almeno per ora, il Pd continuerà a sostenere Letta: “Il voto subito? Calma, bisogna tenere fede a quanto detto. Se Letta fa, va avanti”.

letta e alfano

Per quanto riguarda il rimpasto, da tempo agitato da più parti, il segretario non ne vuole nemmeno sentir parlare: “Quella parola, intendo rimpasto, non l’ho mai pronunciata e mai la pronuncerò”. Anzi. Invece che cambiare i ministri, sarebbe meglio concentrarsi a tenere gli attuali: “Io fatico a tenere Delrio al governo, perché ogni tanto mi dice che vorrebbe lasciare: è quello il mio problema”. Il toto-nomi non fa per Renzi dunque: “Non ho alcun interesse a mettere pedine e scambiare caselle: chiedo solo che si cambino stile e velocità nel governo”.

Renzi poi spezza una lancia a favore del suo fedelissimo Davide Farone, che solo ieri ha criticato aspramente l’operato dell’esecutivo: “E’ stato solo uno sfogo di pancia, non una dichiarazione di guerra perché le dichiarazioni di guerra le faccio io, mettendoci la faccia. Però Faraone ha detto quel che pensa il 99% degli italiani. E nel merito è difficile dargli torto…

Infine una chiosa sulla legge elettorale, vero e proprio tarlo del sindaco, che si prepara ad un nuova offensiva nei confronti di Grillo e Berlusconi: “Vediamo cosa risponderanno gli uni e gli altri ma io con loro ci parlo e ci parlerò”.

L'autore: Alessandro Genovesi

Classe 1987, laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Udine, è da sempre appassionato di politica e di giornalismo. Oltre ad essere redattore di Termometro Politico, collabora con il quotidiano Il Gazzettino Su twitter è @AlexGen87
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