Sud Sudan a rischio: armi chimiche, atomiche e etniche

Pubblicato il 29 Dicembre 2013 alle 17:29 Autore: Raffaele Masto

Sud Sudan a rischio: armi chimiche, atomiche e etniche 

Dal Sud Sudan arrivano notizie che non lasciano ben sperare. La notizia più preoccupante è il fatto che sia il presidente Salva Kiir, ma soprattutto il suo rivale, il suo ex vice Riek Machar non si astengano di usare a ripetizione l’arma etnica, cioè il fatto di far ricorso il primo ai suoi Dinka, il secondo ai suoi Nuer.

L’arma etnica è pericolosissima, forse ancora di più delle armi chimiche o nucleari. Armi queste che hanno la caratteristica di uccidere tante persone in un lasso di tempo limitato. Ebbene l’arma etnica fa proprio questo e ha un ulteriore caratteristica che la rende più pericolosa delle altre due, cioè il fatto che funziona a distanza di tempo, come le mine anti uomo che una volta depositate sul terreno possono esplodere anche a guerra finita. L’odio etnico, come le mine, cova sotto la cenere, può sembrare un fuoco esaurito ma non lo è mai. Chi detiene l’arma etnica può riattivarla quando vuole.

La storia recente africana ci dimostra che l’arma etnica può realmente funzionare come decine di bombe atomiche: in Ruanda, solo venti anni fa, ha fatto un milione di morti in soli tre mesi. L’equivalente, appunto, di diversi ordigni nucleari. La storia recente africana ci dimostra anche che l’arma etnica può essere attivata anche a distanza di tempo: quante guerre civili, quanti conflitti si sostengono sulle differenze tribali?

Il fatto che in Sud Sudan Salva Kiir e Riek Machar abbiano fatto ricorso a Dinka e Nuer, le due principali etnie del paese, dimostra che per il momento i due non hanno nessuna intenzione di trovare un compromesso. Dimostra che vogliono tutto il potere e che non sono disponibili a cederne una parte, o a utilizzarlo in modo collettivo distribuendolo a più cariche istituzionali. L’arma etnica è infatti totalizzante. Una volta che la si è usata non ci si può tirare indietro, bisogna andare fino in fondo, bisogna alzare il tiro sempre più. Ma l’arma etnica ha anche un’altra caratteristica, quella di non portare mai ad una vittoria totale: lo sterminio, la pulizia etnica generalizzata non sono realizzabili così l’arma etnica va usata in una continua escalation.

In questi giorni si parla di migliaia di giovani di etnia Nuer che si starebbero preparando per attaccare le città in mano ai loro rivali. Sono notizie che fanno paura perché una ulteriore caratteristica dell’arma etnica è il fatto che non è disinnescabile, che funziona come una bomba a frammentazione: una esplosione ne provoca cento altre.

L'autore: Raffaele Masto

Giornalista di Radio Popolare-Popolare Network. E' stato inviato in Medio Oriente, in America Latina ma soprattutto in Africa dove ha seguito le crisi politiche e i conflitti degli ultimi 25 anni. Per Sperling e Kupfer ha scritto "In Africa", "L'Africa del Tesoro". Sempre per Sperling e Kupfer ha scritto "Io Safiya" la storia di una donna nigeriana condannata alla lapidazione per adulterio. Questo libro è stato tradotto in sedici paesi. L'ultimo suo libro è uscito per per Mondadori: "Buongiorno Africa" (2011). E' inoltre autore del blog Buongiornoafrica.it
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