Grillo: “Politici, godetevi l’Ultimo Cenone”

Pubblicato il 31 Dicembre 2013 alle 15:38 Autore: Gabriele Maestri
grillo l'ultimo cenone

Mentre nello studio presidenziale al Quirinale si stanno approntando gli ultimi dettagli tecnici per trasmettere in diretta alle 20.30 il messaggio di fine anno di Giorgio Napolitano, i fans e sostenitori di Beppe Grillo si preparano al “contromessaggio” previsto per la stessa ora e che sarà diffuso attraverso il suo blog. Nel frattempo, come antipasto, lo stesso sito propone un post inequivocabile, dal titolo “L’ultimo cenone”.

“A Capodanno – scrive Grillo – c’è il cenone. Un augurio sincero a questa classe politica di gustarlo fino in fondo. Potrebbe essere l’ultimo. Un pasto luculliano, pantagruelico, esagerato in cui nulla deve mancare. Un Ultimo Cenone da ricordare nei tempi bui“. Fa un parallelo evidente fin dal titolo il leader a 5 Stelle, tra il desco dell’ultima sera dell’anno e quello dell’Ultima Cena di Gesù: l’affresco del Cenacolo di Leonardo da Vinci, infatti, viene debitamente taroccato, con Napolitano al posto di Gesù e, a contorno, le faccine di Gasparri, Monti, Casini, Berlusconi (nel ruolo di Giuda), Brunetta, Alfano, Renzi, Letta, Amato, Saccomanni, Bersani e D’Alema.

grillo l'ultimo cenone

“Nell’Ultima Cena Giuda tradì Cristo – prosegue Grillo – nell’Ultimo Cenone i commensali sono centinaia e tutti, indistintamente, ma ognuno con le sue caratteristiche, hanno tradito gli italiani. Il bacio di Giuda sono le menzogne che ogni giorno, l’ultimo dell’anno compreso, hanno raccontato e raccontano alle persone. Quest’anno è stato magnifico, le tasse sono diminuite e persino il PIL è aumentato, risvegliato come Lazzaro dalla tomba della recessione. Il prossimo anno, udite, udite, sarà ancora meglio. Chi non ha fede nella Repubblica dei Partiti e nei suoi trombettieri è un povero miscredente, un populista, un terrorista mediatico, un potenziale camorrista, un neo brigatista. Non si mette in dubbio la parola del Signore quando il suo nome è Napolitano”.

“Ci hanno venduto per trenta denari – continua il leader del M5S – ma ora li chiamano euro. Hanno distrutto l’ambiente e lo chiamano progresso. Hanno corrotto le nostre anime con il consumismo e lo chiamano sviluppo. Sono sempre a tavola e sempre affamati di potere.” Tutta colpa del potere che gli elettori hanno dato loro, s’intende, “trasformando delle nullità in statisti che si nutrono, metaforicamente, della nostra carne e del nostro sangue”. Gente che, a detta di Grillo, moltiplica pani e pesci “grazie al miracolo del debito pubblico. Il nostro debito”.

Grillo

L’Ultimo Cenone, però, potrebbe essere proprio l’ultimo. “Potrebbe ben rappresentare, sempre metaforicamente, l’ultimo pasto dei condannati a morte ai quali non si nega nulla prima della fine – garantisce Grillo -. Non ci sarà un messaggero divino, l’arcangelo della Merkel, e neppure la telefonata del governatore, come avviene nei film, a salvarvi. Abbuffatevi in questa notte di Capodanno. Potrebbe essere l’ultima, meglio approfittarne, anzi abusarne come avete fatto con la Democrazia e con la Costituzione. Prosit”.

E sembra quasi di leggere i versi (nemmeno troppo datati) scritti in lingua nobile da un altro genovese, che tra l’altro al matrimonio di Grillo era tra i pochi presenti: “Mangiate, mangiate / non sapete chi vi mangerà”. Ma chissà se Faber l’avrebbe pensata allo stesso modo…

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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