Sardegna, da cambiare il simbolo con cinque stelle

Pubblicato il 8 Gennaio 2014 alle 18:18 Autore: Gabriele Maestri
Nuovo movimento sardegna simbolo con cinque stelle

Sardegna, da cambiare il simbolo con cinque stelle

Alla fine della giornata di vaglio dei 34 contrassegni presentati fino a lunedì per le elezioni regionali sarde, l’unica sorpresa (ma veramente tale) è la bocciatura temporanea del simbolo della lista civica “Nuovo movimento Sardegna” – tra gli ultime depositati in zona Cesarini presso la corte d’appello di Cagliari – che a quanto pare per l’Ufficio elettorale regionale sembra troppo simile a quello del MoVimento 5 Stelle, che non partecipa alle elezioni.

Non risultano altri inviti alla sostituzione di emblemi, se non proprio quello della lista in questione, che al momento rischia di non partecipare alle elezioni del 16 febbraio: dopo un primo momento, in cui sembrava che i problemi fossero essenzialmente relativi alla documentazione (questioni in ogni caso risolte), è rimasto il caso della “confondibilità”, sia pure molto alla lontana, dell’emblema appena coniato con quello ben noto del M5S.

Nuovo movimento sardegna simbolo con cinque stelle

In realtà la decisione lascia un po’ sorpresi, e non tanto per l’assenza di una lista riconosciuta da Grillo (anche se non viene presentato, un simbolo “famoso” e presente in Parlamento ha comunque diritto alla tutela): riesce difficile immaginare che qualcuno possa essere tratto in inganno dalle stelle (che per anni sono state sparse a pioggia sulle schede elettorali), che peraltro quanto a forma sono lontanissime da quelle legate a Grillo, né tanto meno dalla presenza della parola “movimento”, che rappresenta solo una parte del testo ospitato dal contrassegno ed è una parola decisamente generica (come “partito” o “lega”, parole il cui uso è sempre stato libero).

Al più, si potrebbe pensare che ai componenti dell’ufficio non sia andata giù la contestuale presenza delle cinque stelle (o presunte tali) e della parola “movimento”, temendo che l’abbinamento avrebbe potuto trarre in inganno qualcuno. Lo si capirà solo vedendo l’emblema modificato, che i presentatori del contrassegno hanno tempo di presentare fino a venerdì: se una delle due parti mancherà, il motivo sarà chiaro.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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