Caso Dieudonné: il comico francese fa marcia indietro e accetta il divieto al suo spettacolo

Pubblicato il 12 Gennaio 2014 alle 09:37 Autore: Guglielmo Sano

Il comico francese Dieudonné M’bala M’bala, accusato di antisemitismo, ha rinunciato a mettere in scena il suo spettacolo “Le Mur”: anche il tribunale di Orleans, dopo quello di Nantes, Bordeaux e di Tours, ha decretato lo stop allo show, quindi l’autore ha dichiarato “il Caso Dieudonné è chiuso, in uno stato di diritto bisogna rispettare la legge”.

I suoi fan per tutto il pomeriggio di sabato hanno manifestato il proprio dissenso, davanti al teatro-locale notturno “Main d’Or” a Piazza della Bastiglia, ma nel braccio di ferro contro il governo – Hollande ha invitato ad applicare la circolare del Ministro dell’Interno Valls che vieta gli spettacoli del comico – Dieudonné è uscito sconfitto.

Il comico francese di origine camerunense spera che “tutto si calmerà” e che “il Consiglio di Stato prenda in considerazione il mio impegno”: presentandosi davanti ai giornalisti in abiti africani tradizionali ha poi annunciato che non metterà più in scena il controverso “Le Mur” durante il quale sarebbero previste delle battute antisemite – su Youtube ha raggiunto le 600mila visualizzazioni – che è già pronto un nuovo “one man show” intitolato “Asu Zoa”, basato sull’ “emozione dell’Africa” – sarebbe già dovuto andare in scena ieri prima che la prefettura glielo impedisse senza chiarire la motivazione e rimandando lo spettacolo a data da destinarsi – e dichiarando, infine, “ovviamente non sono né antisemita né nazista” oltre a spiegare che egli stesso è vittima di una “guerra economica”.

Dieudonne e Anelka

Dieudonné, comico particolarmente legato a tematiche sociali, è stato etichettato come un punto di riferimento, oltre che esponente, sia dell’estrema sinistra che dell’estrema destra: da tempo ormai la sua fama ha oltrepassato i confini francesi anche grazie alla diffusione del suo particolare gesto, la quenelle, che ha suscitato clamore e preoccupazione.

Glisser la quenelle”, letteralmente la quenelle è una specie di “polpetta”, è il gesto di stendere un braccio verso il basso e appoggiare la mano del braccio opposto, che è piegato, sulla spalla opposta con il palmo aperto e le dita tese. Per Le Monde è “il gesto nazista fatto all’inverso”: Dieudonné fu immortalato in tale posizione, per la prima volta nel 2009, sui manifesti diffusi in occasione delle elezioni europee, quando presentò una lista anti-sionista con Alain Soral, ex dirigente del Front National di Le Pen e conosciuto come sostenitore delle teorie del complotto che vedono nelle banche, negli Stati Uniti, Israele, la massoneria i “burattinai” dell’”ordine mondiale”.

Dieudonné sembra essere molto vicino anche a Robert Faurisson, professore di letteratura francese dell’Università di Lione, tra i maggiori diffusori del negazionismo in Francia: è stato ricevuto sia da Ahmadinejad nel 2009, che da Gheddafi, durante l’intervento in Libia della NATO nel 2011.

Il comico francese ha definito il gesto come “un simbolo di disobbedienza al sistema”: Yves Camus, studioso dei fenomeni legati all’estrema destra in Francia, ha rilevato che “la quenelle è soprattutto un codice identificativo, che ha acquisito grande popolarità tra i giovani, è difficile dire se tutti sono consapevoli del significato di questo gesto, il gruppo di appassionati di Dieudonné è molto eterogeneo, una specie di movimento trasversale contro il sistema di cui però l’antisemitismo resta la spina dorsale, la loro visione è quella di un ordine mondiale dominato dall’asse Washington-Tel Aviv, dietro i loro discorsi c’è una critica alla NATO e alla finanza, sostengono contemporaneamente Bashar al-Assad e Hugo Chávez, con la convinzione che, in fondo, sono gli ebrei a tirare le fila di tutto”.

Sul sito di Dieudonné è stato indetto perfino il concorso che premierà la “quenelle d’oro”: giocando sulla diffusione virale del gesto sui social network e la ridondanza dovuta alle foto scattate a  uomini politici come Jean-Marie Le Pen e di calciatori come Nicolas Anelka, in molti mandano la propria foto, senza conoscere l’effettivo significato del gesto.

 

L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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