Rimpasto, Alfano “È una grande ipocrisia, tutti lo vogliono ma nessuno lo dice”

Pubblicato il 15 Gennaio 2014 alle 10:18 Autore: Giuseppe Spadaro
rimpasto alfano

Rimpasto, Alfano “Tutti lo vogliono ma nessuno lo dice”

Per il vicepremier Alfano quella del rimpasto è “una grande ipocrisia perché tutti lo vogliono ma nessuno lo dice perché sarebbe antiestetico ammetterlo”. Il leader del nuovo centrodestra ammette: “le spinte ci sono”. Perciò Alfano consiglia a Letta di “assumersi l’onere di trovare una composizione”. Il vicepremier fa osservare che “siamo ampiamente sottodimensionati e quando porranno il problema delle sedie ce lo porremo senza ansie ma priorità è il lavoro italiani non le sedie”. “Le cose fatte sono tante, i mesi pochi e le fibrillazioni tante”, dice il leader Ncd replicando a Renzi “segretario del Pd” e Letta “presidente del Pd” che “loro due devono andare bene per il bene dell’Italia: se vanno d’accordo il governo va meglio, se c’è la competizione, la gara su chi mantiene o toglie la sedia all’altro allora il governo va in fibrillazione e le cose si complicano per gli italiani”. Alfano sottolinea che “l’auspicio è che non si buttino addosso all’Italia le competizioni nel Pd, che il Paese ha già pagato per due volte in passato”.

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Alfano “Non ci facciamo dettare l’agenda da nessuno” – Alfano risponde anche a Renzi che tramite Twitter aveva invitato Alfano a far approvare le leggi su cittadinanza per i figli degli immigrati e sulle unioni civili. Alfano risponde cosi: “Non ci facciamo dettare l’agenda da nessuno l’arroganza non paga con gli italiani che hanno sempre pronto in tasca, per le urne, lo spray al peperoncino”.

Alfano: “Caso Ligresti, yogurt scaduto” – Il vicepremier ha poi liquidato come “del tutto irrilevante dal punto di vista tecnico” la telefonata con Ligresti, spiegando che “non ho mai avuto preoccupazioni di essere intercettato perché se anche mi mettessero una microspia tra un neurone e un altro a caccia di una psicoreato io tanto non ne faccio”. Alfano ricorda che Ligresti “era ai tempi un imprenditore affermato, un personaggio del salotto buono e dei poteri forti. Annoto che per fare questo andava bene e per parlare con me invece no”. Battuta finale sul caso: “Se fosse uno yogurt sarebbe ampiamente scaduto”.

 

Giuseppe Spadaro

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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