Studio Ue, in Italia oltre il 12% degli occupati non riesce a vivere con lo stipendio

Pubblicato il 21 Gennaio 2014 alle 16:58 Autore: Redazione
Con la crisi emerge la tragedia occupazionale del Sud

L’Italia è il Paese che ha conosciuto dal 2008 il declino più elevato della situazione sociale di chi lavora: oltre il 12% degli occupati non riesce a vivere del suo stipendio. Solo Romania e Grecia fanno peggio (oltre il 14%) ma la loro situazione era grave già nel 2008: lo afferma lo studio Ue sull’occupazione. “Dal 2010 gli stipendi delle famiglie nell’Unione europea sono diminuiti, e i cali sono stati particolarmente profondi (oltre cinque punti percentuali in due anni) in Grecia, Spagna, Italia, Irlanda, Cipro e Portogallo”, si legge nel rapporto. In generale in Europa dal 2008 al 2012 il numero di persone a rischio di povertà ed esclusione sociale è salito di 7,4 milioni, ovvero oggi è un quarto della popolazione europea (125 milioni) ad essere a rischio indigenza. E Italia, Grecia e Irlanda sono i Paesi dove la situazione si è deteriorata maggiormente, cioè hanno visto salire il numero delle persone in difficoltà di oltre cinque punti percentuali in quattro anni. Dato il quadro fosco della situazione sociale in Ue, la Commissione conclude che “nonostante i primi timidi segnali di ripresa economica, mercato del lavoro e situazione sociale restano una grande sfida e il carattere inclusivo della possibile ripresa è incerto”.

“In Italia non cresce solo la disoccupazione ma anche la povertà”: lo ha detto il commissario Ue al lavoro Lazlo Andor presentando il rapporto 2013 su occupazione e sviluppi sociali dove l’Italia spicca per

alta disoccupazione e povertà di chi lavora, con stipendi con cui non si riesce a vivere. Per di più, l’Italia è il Paese peggiore d’Europa per chi perde il lavoro: le possibilità di trovarne un altro entro un anno sono tra 14-15%, cioè le più basse di tutti i 28 Stati membri dell’Ue.

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