Bankitalia: cala il reddito delle famiglie italiane. Al 10% la metà della ricchezza

Pubblicato il 27 Gennaio 2014 alle 16:51 Autore: Giordano Giusti
il redditometro

In difficoltà e preda delle più tormentate diseguaglianze. E’ questa l’istantanea del Paese scattata da Bankitalia nella sua copiosa indagine (142 pagine) sulle famiglie italiane: crescono infatti le difficoltà economiche e la percezione di una crisi ancora gravosa.

Il dato più eclatante è il seguente: metà delle famiglie italiane vive con meno di 2.000 euro al mese. Secondo L’indagine sui bilanci delle famiglie italiane nel 2012 della Banca d’Italia il 50% delle famiglie italiane ha un reddito netto annuale inferiore ai 24.590 euro e per il 20% è addirittura inferiore a 14.457 euro (circa 1.200 euro al mese). In soli due anni, dal 2010 al 2012, il reddito medio delle famiglie italiane è sceso da 32.714 a 30.380 euro: un calo di quasi il 7,3% che si accompagna al 16% (+2%) della quota di italiani che vivono sotto la soglia di povertà.

Disarmante poi lo squilibrio: il 10% delle famiglie più ricche possiede il  46,6% delle ricchezza netta familiare totale (dato più sostanzioso rispetto al 45,7% nel 2010). Il 10% delle famiglie con il reddito più basso percepisce il 2,4% del totale dei redditi prodotti mentre il 10% di quelle con redditi più elevati percepisce invece una quota del reddito pari al 26,3%

La quota di individui ‘a basso reddito’ era nel 2012 pari al 14,1 per cento, sostanzialmente stabile rispetto al 2010 (14,4%): il dato più alto è al Sud e nelle Isole e tra gli stranieri (rispettivamente con punte del 24,7 e del 30%). Dal 1991 tale quota è aumentata di circa 5,7 punti percentuali; gli aumenti più rilevanti si registrano fra gli individui fra 19 e 34 anni e fra quelli fino a 18 anni.

Non solo: il 35,8% delle famiglie ritiene che le proprie entrate siano insufficienti per arrivare alla fine del mese. Il dato evidenzia una netta crescita rispetto al 29,9% di due anni fa e al 24,3% del 2004 e va di pari passo con il calo delle famiglie che giudicano sufficienti le proprie entrate (2004: 37,1%, 2012: 32,3%).

ETA’ E CLASSE – Solo i pensionati e gli over 64 sono riusciti a mantenere intatto il loro reddito equivalente, ossia la misura procapite che tiene conto della dimensione e della struttura demografica della famiglia: per tutte le altri classi di età si è infatti ridotto, e anche di parecchio. Crolla soprattutto il reddito degli under 34 che in media tocca 15.829 euro l’anno, quasi 1500 euro in meno rispetto al 2010. Peggiorano inoltre le condizioni economiche dei lavoratori autonomi (il cui indice passa da 144 a 138% della media) rispetto a quello dei lavoratori dipendenti (stabile a circa 109). La famiglia ‘benestante’ italiana corrisponde ad un identikit molto chiaro: chi percepisce più di 55.211 euro vanta solitamente un capofamiglia laureato, tra i 45 e 64 anni, lavoratore autonomo o dirigente e residente nel Centro-Nord.

INDEBITAMENTO – Fortunatamente verrebbe da dire, la quota di famiglie indebitate in Italia resta contenuta (è di poco superiore a un quarto) e nel 2012 è addirittura diminuita, seppur in maniera lieve: solo il 26,1% delle famiglie italiane possiede infatti almeno un debito, dato in calo rispetto al 2010 (27,7%). L’ammontare medio supera di poco i 51.000 euro e le passività sono costituite in larga parte da mutui per l’acquisto e la ristrutturazione di immobili: l’aumento nella diffusione di questo tipo di debito, spiega Bankitalia nella sua indagine, è anche legato agli incentivi fiscali per il rifacimento e il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici.

L'autore: Giordano Giusti

Giornalista pubblicista dal 2012, appassionato di calcio, politica e mondo dei media. Laureato in Comunicazione, su Twitter sono @GiordanoGiusti
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