Roma, il Movimento 5 Stelle e le grandi opere

Pubblicato il 29 Gennaio 2014 alle 13:01 Autore: Antonio Scafati
Roma, il Movimento 5 Stelle e le grandi opere

Roma, il Movimento 5 Stelle e le grandi opere

Doveva essere uno Stadio del Nuoto per i Mondiali del 2009. Poi doveva diventare una Città dello Sport. È rimasto un progetto a metà strada, un cantiere. Ed è costato fino a oggi 256 milioni di euro di risorse pubbliche. È la Vela di Calatrava, disegnata dall’architetto spagnolo Santiago Calatrava, progetto partito nel 2005. E mai ultimato.

Ora per la struttura sembra affacciarsi un nuovo destino: serra hi-tech. L’idea è dell’Università di Tor Vergata. Se così sarà staremo a vedere. Per ora, a guardare quella struttura bianca e desolante nel campi della periferia sud di Roma i consiglieri del Movimento 5 Stelle dicono di provare “rabbia, desolazione, stupore”. E si chiedono se non sia ora di abbandonare la strada di quelle grandi opere destinate troppo stesso a restare incompiute, o a terminare con anni di ritardo mentre i costi lievitano.

La Vela di Calatrava

La Vela di Calatrava

 

250 milioni di euro dei cittadini letteralmente buttati” scrivono gli esponenti del Movimento 5 Stelle in Campidoglio sul loro blog, “e lavori al momento fermi, non si sa come, dove, quando e perché proseguire”. La questione per i 5 stelle è complessa, non riguarda solo lo sperpero di denaro pubblico. Tocca invece il modo con cui si decide di utilizzare i soldi. La Vela di Calatrava diventa così il simbolo di una scelta fatta in un quartiere “dove manca tutto, dalla manutenzione stradale, alle scuole, ai luoghi di aggregazione, alle biblioteche, ai trasporti pubblici” scrivono i consiglieri capitolini del Movimento 5 Stelle.

Lungo l’elenco delle opere irrisolte, dei cantieri che restano tali, delle infrastrutture finite a metà, dei progetti rimasti su carta: “città dello Sport, Metro C, nuvola di Fusksas, solo per citare le più famose” ricordano i pentastellati.

Con quel denaro si sarebbe potuto fare tanto altro, denunciano: “Basti pensare che con la cifra spesa per la città dello sport, si potrebbero realizzare, ad esempio, circa 130 km di rete tranviaria, che darebbe ossigeno ai cittadini che ogni giorno si spostano con i mezzi pubblici” suggeriscono: “oppure si potrebbe avviare una filiera virtuosa di trattamento dei rifiuti, centri di riciclo, centri di compostaggio, tema quanto mai attuale ora. Ancora, si potrebbero rendere efficienti dal punto vista energetico migliaia di edifici, producendo un risparmio concreto per la città e un beneficio per l’ambiente”.

movimento 5 stelle

 

Perché non si fa? I consiglieri del Movimento 5 Stelle hanno la loro idea al riguardo: “La politica è attratta solo dalle mega-opere, mega-opere che fanno guadagnare pochi, pochissimi a discapito delle piccole e medie imprese che chiudono ogni giorno. Lavori faraonici, a fronte di tantissime piccole e medie opere che cambierebbero il volto della nostra città, ed in tempi relativamente brevi. Chiediamo che chi ha consentito questo sperpero di soldi pubblici, chi ha favorito ancora una volta le mega-opere che hanno arricchito i soliti noti (a discapito dei piccoli imprenditori) si assuma le sue responsabilità e paghi per i danni causati”.

La Vela di Calatrava, così come le tante altre opere incompiute, per il Movimento 5 Stelle è l’emblema della “inadeguatezza della classe politica che ci ha governato fino ad oggi”.

Antonio Scafati




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L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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