Pensioni 2018: requisiti Ape ed età pensionabile, la guida per categoria

Pubblicato il 21 Dicembre 2017 alle 13:15 Autore: Daniele Sforza
Pensioni 2018: cosa cambia, guida

Pensioni 2018: requisiti Ape ed età pensionabile, la guida per categoria.

Dall’innalzamento dell’età pensionabile previsto nel 2019 ad alcuni mutamenti che riguarderanno anche le pensioni 2018. Come scrive il Sole 24 Ore, infatti, a partire da gennaio del prossimo anno alcune persone dovranno attendere un po’ di più per maturare i requisiti pensionistici. Questo a causa della parificazione del requisito anagrafico per l’accesso alla pensione di vecchiaia. Il quotidiano economico riporta infatti che “sia uomini sia donne dovranno avere almeno 66 anni e 7 mesi di età”. Pertanto, per le lavoratrici autonome la pensione si allontanerà di altri 6 mesi. Più a lungo dovranno aspettare le dipendenti “del settore privato”, a cui attualmente “bastano 65 anni e 7 mesi”. Andiamo a scoprire come saranno i requisiti per la pensione nel 2018 con questa guida.

Pensioni 2018: requisiti trattamento di vecchiaia

Con la parificazione del requisito anagrafico, uomini e donne potranno andare in pensione alla stessa età nel 2018. Ovvero, a 66 anni e 7 mesi. Come abbiamo già specificato sopra, le lavoratrici del settore privato dovranno aspettare di più, ovvero altri 12 mesi. Con l’innalzamento dell’età pensionabile previsto nel 2019 legato all’aspettativa di vita, il requisito di accesso al trattamento pensionistico aumenterà di altri 5 mesi. Come riporta Idealista, in soli 9 anni l’età per l’accesso alla pensione di vecchiaia per le donne ha registrato un incremento di ben 7 anni. Per accedere alla pensione di vecchiaia, inoltre, uomini e donne dovranno aver maturato almeno 20 anni di contributi.

Pensioni 2018: quanto aumentano?

La buona notizia è che nel 2018 gli importi degli assegni pensionistici aumenteranno dell’1,1%. La cattiva notizia è che saranno aumenti risibili. Dopo 2 anni di blocco, arriverà il tanto atteso aumento, variabile in base all’importo dell’assegno percepito. In questo modo l’aumento dell’1,1% riguarderà solo chi percepisce un assegno fino a 3 volte il minimo. Per chi percepisce un importo da 3 a 4 volte il minimo, la rivalutazione sarà dell’1,045%. E così, a scalare, chi prende da 4 a 5 volte il minimo, subirà una rivalutazione dello 0,825%. Infine, da 5 a 6 volte il minimo e oltre 6 volte il minimo, la rivalutazione sarà rispettivamente dello 0,55% e dello 0,485%.

Per quanto riguarda gli altri trattamenti sono previsti altri aumenti, ma anche riduzioni. Cominciando dal trattamento minimo, che passerà da 501,89 euro a 507,41 euro mensili lordi. Novità anche per l’assegno sociale, con un piccolo aumento da 448,07 a 453 euro. Leggero rialzo anche per la pensione di invalidità, che passerà a 282,54 euro dagli attuali 279,47 euro.

Pensioni 2018: Ape social, ultime notizie

Dal 2018 saranno 15 le categorie di lavori usuranti a cui si applicano i nuovi benefici per accedere all’Ape social. Le modifiche approvate dal Governo e contenute nell’emendamento alla Legge di Bilancio 2018 sono state accolte positivamente da una parte dei sindacati. Inoltre, è stato stabilito per le donne lavoratrici lo sconto di 1 anno contributivo per ogni figlio.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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