Lega, Tosi fuori: in Veneto volano gli stracci Sindaco di Verona attacca: “Salvini dittatore”

Pubblicato il 11 Marzo 2015 alle 09:59 Autore: Redazione

È ufficiale da ieri: il sindaco di Verona Flavio Tosi non fa più parte della Lega. Il divorzio è stato ufficializzato con una nota a firma del segretario federale Salvini che ha spiegato di aver “preso atto delle sue decisioni” ed ha espulso Tosi.

Ecco il commento del giorno dopo dello stesso Matteo Salvini: “Non ho mai usato con nessuno tanta pazienza. Tosi è un ottimo sindaco, io l’ho sempre sponsorizzato, e quindi mi sono preso la responsabilità di provare a salvarlo fino in fondo, ho tentato tutte le strade, ho concesso tutto il tempo possibile. Però niente, non c’era spazio, non c’era margine, Tosi aveva già deciso”. In un’intervista al Gazzettino spiega: “Quando mi prospetti da settimane una eventuale candidatura contro Zaia non è un problema di Verona o di Treviso, di doppio mandato o di liste. Quando mi dici che potresti candidarti contro Zaia, sei fuori”.

La Fondazione di Tosi “quando è nata non era un partito. Era uno strumento del partito a sostegno alle primarie del centrodestra”. Ma “adesso la realtà della Fondazione è ben diversa. Ormai in una decina di realtà, la Fondazione si candida alle elezioni amministrative, contro la Lega: accade a Brescia, a Pavia, a Mantova, nelle Marche, in Emilia. E tu non puoi stare in Lega e sostenere chi si candida contro la Lega!”.

Per raggiungere un compromesso “avevo detto: guarda, la formula è lista Lega più lista Zaia, tu ti occupi della lista Lega, Zaia della lista Zaia, però lascia perdere la Fondazione, che ormai in troppe realtà è nemica della Lega”.

Per Salvini, comunque, con l’addio al sindaco di Verona “non ci saranno scossoni nel movimento, ben pochi seguiranno Tosi fuori della Lega. E i sondaggi, nello scenario peggiore, con Tosi candidato contro Zaia, danno a Zaia un vantaggio di 9-10 punti su Moretti”.

tosi espulso dalla lega

Tosi: “Divisi si agevola competitore. Salvini dittatore”

“È chiaro che se alle elezioni regionali si va divisi, si agevola chiunque altro sia un competitore”. È stato questo il commento del sindaco di Verona dopo la rottura di ieri con la Lega. Tosi ha aggiunto: “Non parlo di delusione, m’interessa essere coerente e lineare con me stesso. Questo mi basta”. “Resto convinto che il motivo dell’espulsione fosse altro. Secondo me Salvini voleva il controllo dittatoriale della Lega Nord, e di questo si assume la responsabilità” ha detto Flavio Tosi, in una conferenza stampa a Verona, sui motivi della sua cacciata dal Carroccio. E sulla sua ipotetica candidatura affemra: “Mi prendo un paio di giorni per decidere”. Salvini ha poi replicato alle accuse di Tosi: “Non rispondo a chi insulta. Se ce da fare ragionamenti di politica, parlare lavoro, pensioni, ospedali, scuole lo faccio. Di solito mi danno del dittatore, estremista e
sleale Alfano e Renzi. Se si aggiunge qualcuno è in buona compagnia. Non mi tocca”.

Bossi: “Tosi ha accordo con Passera”

“Io sono sempre per la compattezza della Lega. Ho sempre sperato in una soluzione diversa, perchè la speranza è l’ultima a morire. Abbiamo tentato” ma “la verità è che Tosi ha già da tempo l’accordo con Passera per fare un partito. Lo sanno tutti”. Così Umberto Bossi in un’intervista a Repubblica. Se Tosi si candidasse contro il governatore uscente, dice Bossi, “i nostri elettori voterebbero Zaia. Tosi non prende voti”.

Zaia: “Basta beghe”

“La buona notizia è che ieri sera si è messa la parola fine a beghe e polemiche incomprensibili che sono durate fin troppo. Resta l’amarezza per come è andata a finire, ma ora si deve voltare pagina. Era chiaro che le possibilità di ricomposizione erano pari a zero. Questa partita deve servire da insegnamento a tutti, non solo a noi. Penso che Salvini, che ha cercato di ricomporre questa partita, che inizia e finisce sul tema della fondazione di Tosi, abbia fatto il suo dovere di segretario, tutelando il suo partito e ha avuto il merito di fare chiarezza a due mesi dalle elezioni. Oggi era giusto che ne parlassi, ma non lo farò più nei prossimi giorni” così il governatore del veneto Luca Zaia dopo la cacciata di Tosi dalla Lega decisa da Salvini.

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“Il mio impegno sarà ora quello di continuare a governare, di dire ai veneti quanto di buono è stato fatto in questi anni e quanto ho ancora voglia di fare per loro” aggiunge Zaia che conclude affermando: “Sono convinto che tutti i nostri militanti, sostenitori e simpatizzanti sapranno essere al mio fianco in questa battaglia per il buon governo della Regione. Se Tosi si candida? Non lo temo”.

Sei tosiani pronti ad uscire da gruppi parlamentari

Sarebbero sei, stando ai rumors, i parlamentari tosiani pronti a lasciare i gruppi della Lega di Camera e Senato. L’espulsione di Flavio Tosi dal Carroccio rischia di generare un vero e proprio terremoto anche a Roma, minando la composizione stessa dei gruppi parlamentari. Al Senato, riportano fonti parlamentare all’Adnkronos, sarebbero pronti a lasciare Patrizia Businella, compagna del sindaco ribelle, ma anche le senatrici Raffaela Bellot e Emanuela Munerato. Il gruppo della Lega perderebbe così tre degli attuali 15 membri, scendendo a 12. Al Senato il regolamento fissa a 10 il numero minimo di parlamentari per costituire un gruppo. Dunque, in caso gli addii delle tre senatrici venissero confermati, non ci sarebbe alcun problema per la Lega a Palazzo Madama. Le cose rischiano invece di complicarsi a Montecitorio, dove il regolamento fa salire l’asticella a 20, esattamente il numero di deputati di cui dispone la Lega. Ma tre veneti su quattro starebbero seriamente pensando di seguire Tosi, dando il benservito a Matteo Salvini. Fonti parlamentari indicano Matteo Bragantini, Roberto Caon e Emanuele Prataviera come possibili fuoriusciti. Resterebbe in Lega invece Filippo Busin, riporta all’Adnkronos una autorevole fonte parlamentare. Bragantini ufficialmente è ancora cauto, pur riconoscendo che lo Statuto è stato disatteso. Se i tre deputati dovessero decidere per l’addio, il gruppo del Carroccio perderebbe i numeri, scendendo a 17 deputati. A quel punto, il capogruppo si vedrebbe costretto a richiedere una deroga per tenerlo in vita.

Tosi chiedeva cancellazione Lista Zaia

Ora che la vicenda Tosi si è sciolta, con l’annuncio ieri sera di Salvini che il sindaco di Verona è fuori dalla Lega, emergono nuovi particolari dai sostenitori veneti del segretario federale sui retroscena della giornata convulsa.

I fedelissimi di Salvini sapevano che già intorno alle 20 il segretario avrebbe dato l’annuncio della cacciata di Tosi ma poi si è preferito attendere per vedere se l’intervista concessa del sindaco ribelle a Lilli Gruber su La7 contenesse aperture soddisfacenti a ricomporre la querelle.

Salvini, confidano fonti venete a lui vicine, aveva reagito con una risata ironica quando Tosi alle 12 di ieri aveva inviato una mail dettando le sue condizioni per la pace. Mail peraltro non indirizzata al segretario federale ma a uno dei “pontieri”, si vocifera Giancarlo Giorgetti.

Un testo che via Bellerio ha giudicato irricevibile poichè Tosi accettava di non presentare la sua lista a patto che facesse altrettanto il candidato governatore del Veneto Luca Zaia. In più il sindaco di Verona imponeva tra le condizioni la cancellazione del commissario Giampaolo Dozzo, nominato proprio da Salvini per gestire le elezioni regionali

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