Siria: l’Isis sfonda a Palmyra

Pubblicato il 20 Maggio 2015 alle 15:27 Autore: Redazione

Siria: la città di Palmyra, che ospita un sito protetto dall’Unesco, sta per essere conquistata dall’Isis. Finora tutti gli attacchi erano stati respinti.

La difesa di Palmyra

Il 17 maggio, dopo giorni di intensi combattimenti tra miliziani dello Stato Islamico ed esercito siriano, il bilancio dei morti a Palmyra era salito fino a toccare quota 300. Di questi, ha sottolineato l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, 123 erano soldati fedeli al governo e miliziani alleati, 132 erano combattenti dell’Isis, 57 i civili.

D’altra parte, l’esercito è riuscito a riconquistare i quartieri penetrati dagli jihadisti nei giorni precedenti. L’Isis ha preso di mira la città nel corso di un’offensiva, che partita dalla Valle dell’Eufrate si sta svolgendo verso est, perché ospita un’importante base militare.

Palmyra, però, ospita anche un rinomato sito archeologico, patrimonio dell’Unesco. Al momento della ritirata delle milizie islamiste, Mamoun Abdoulkari, capo della sovraintendenza, aveva dichiarato: “è una buona notizia, ci sentiamo molto meglio”, tuttavia, “anche se non ci sono stati danni alle rovine, non possiamo sentirci del tutto al sicuro”.

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La nuova Hatra

Oggi, però, per primo sempre l’Osservatorio Siriano, ha riferito che l’Isis è riuscita a conquistare buona parte della città, circa un terzo (alle 14), e si appresta a prenderne il controllo. Varie fonti, tra cui il The Telegraph, parlano anche di violenti scontri tra esercito e jihadisti nella zona nord della città, il The Guardian dice di non essere ancora riuscito a verificare le notizie al riguardo; prevedibilmente, la tv di Damasco nega che vi sia stato alcuno sfondamento delle difese (così come nega la fuga di alcune unità dell’esercito).

Se Palmyra verrà presa il suo patrimonio archeologico sarà in grave pericolo: per l’Isis i resti delle antiche civiltà devono essere distrutti in quanto simbolo di idolatria. Negli scorsi mesi gravi devastazioni hanno colpito la città irachena di Hatra, il sito archeologico di Nimrud, e il museo archeologico di Mosul. Il ministero dei Beni Culturali siriano ha annunciato che centinaia di statue sono già state portate in luoghi sicuri.

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