Quei Bravi Ragazzi di Ala

Pubblicato il 4 Ottobre 2015 alle 12:09 Autore: Livio Ricciardelli
denis verdini con braccio destro teso

Ricordate quel vecchio film di Martin Scorsese “Quei Bravi Ragazzi”? Si tratta di una pellicola del 1990, che segna il ritorno delle grandi narrazione del regista newyorchese. Fatte di intrighi, spari, ricordi biografici e tanta mafia italo-americana.

Un film che fu letteralmente stracciato da “Balla coi Lupi” alla notte degli Oscar, ma destinato a rimanere immortale per la memoria di tutti i cinefili di ogni angolo del globo.

Non esiste purtroppo un termine (come “cinefili” per il cinema) per descrivere gli amanti della politica. Ma per chi ha sincera passione per questa pratica quotidiana la domanda non può che esser d’obbligo: chi sono oggidì “Quei Bravi Ragazzi” della Politica?.

E la risposta non può che essere di routine: si tratta proprio dei “ragazzi” di Ala al Senato!

Quando si dice “nati sotto una buona stella”: alla prima conferenza stampa del gruppo verdiniano di Palazzo Madama il senatore Vincenzo D’Anna (ex Gal, e parleremo successivamente di questo gruppo parlamentare) prese a male parole un cronista dell’online. Tra le altre cose lo definì “comunista” e in “cattiva fede”. Accanto al trepido D’Anna, il capogruppo Barani e il leader maximo Verdini. Col sorriso sulle labbra lo invitavano a calmarsi, senza però porsi troppo il problema che sparate di questo genere al primo giorno di scuola sono sempre sconsigliate.

Questo episodio rappresenta una cifra stilistica quanto mai significativa, ma soprattutto indica un percorso politico. Quello del gruppo di Ala. Un gruppo nato per “risolvere i problemi”, citando un’altra massima cinematografica cara ad ambienti quirinalizi.

Di venerdì invece un’altra performance del gruppo: il capogruppo Lucio Barani che fa gestacci ad una senatrice grillina.

Barani. Il socialista, già candidato in listoni comuni con Rotondi e capace di guidare nel grossetano comuni dalla toponomastica filo-craxiana. Barani. Che fa gestacci. Accanto al leader, sorridendo sornione. Portando come un “taxi” voti alla riforma costituzionale del governo dalla destra estrema dell’emiciclo (fisicamente) al centrosinistra.

Ora Denis Verdini ha un nuovo sogno. No, non si tratta di “sconfiggere Craxi”, come ebbe a dire Achille Occhetto a proposito delle visioni oniriche di Berlinguer in una noto messaggio elettorale autogestito del 1992. Ma quello di distruggere Gal.

E’ questa la nuova frontiera dei bravi ragazzi, distruggere il soggetto politico per certi versi più simile (e quindi visto con ancor più risentimento) del sistema politico italiano.

Gal. Non un partito, ma un gruppo. Non parlamentare, ma solo senatoriale. Non favorevole a Renzi. Ma contrario ad esso. Sin dal 2013.

Il male assoluto per Verdini e company. Preparatevi dunque ad assistere ad un investimento politico finalizzato a questo alto obiettivo politico.

Preparatevi allo scontro tra Denis Verdini e Mario Ferrara.

Ne resterà solo uno. Lui.

L'autore: Livio Ricciardelli

Nato a Roma, laureato in Scienze Politiche presso l'Università Roma Tre e giornalista pubblicista. Da sempre vero e proprio drogato di politica, cura per Termometro Politico la rubrica “Settimana Politica”, in cui fa il punto dello stato dei rapporti tra le forze in campo, cercando di cogliere il grande dilemma del nostro tempo: dove va la politica. Su Twitter è @RichardDaley
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