Crisi economica: per la Russia è un 2015 da dimenticare, PIL a -3.7%

Pubblicato il 26 Gennaio 2016 alle 13:04 Autore: Emanuele Vena
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Crisi economica, 2015 da dimenticare per la Russia: PIL a -3.7%

Per l’economia della Russia il 2015 è stato un anno semplicemente da dimenticare. A certificarlo sono i dati diffusi dall’ufficio di statistica Rosstat, che hanno evidenziato il brusco calo del PIL russo, che ha fatto segnare un -3.7%. Il risultato dell’anno appena concluso è il peggiore dal 2010 ad oggi, sebbene in lieve miglioramento rispetto alle ultime previsioni che parlavano di un possibile -3.8%.

Crisi economica Russia: le cause del crollo

A pesare sui conti del Cremlino ha contribuito senza dubbio il vistoso calo del prezzo del petrolio, iniziato nella seconda parte del 2014 e proseguito – a ritmi sempre più vertiginosi – durante tutto il 2015, con valori calati del 70% rispetto ad un anno e mezzo fa. Una situazione confermata anche ad inizio 2016, con valori scesi sotto quota 30 dollari al barile.

A contribuire ulteriormente al risultato negativo ci hanno pensato, ovviamente, anche le sanzioni internazionali e le persistenti difficoltà del rublo, che oltre a costringere il governo ad una stretta sulle finanze hanno anche fatto schizzare l’inflazione sino al 13%, con un crollo delle vendite al dettaglio, che nel solo mese di dicembre hanno fatto registrare un -15% rispetto a 12 mesi prima.

Negativi anche i dati 2015 della produzione industriale (-4.5%) e per quanto riguarda i salari reali, che a dicembre sono diminuiti per il 14° mese consecutivo.

Economia Russia: come andrà il 2016?

Alexey Ulyukayev, Ministro dello Sviluppo Economico russo, ha confermato i dati negativi, spiegando anche che la svalutazione del rublo non ha favorito la crescita economica anche a causa delle difficoltà sul versante della produzione e degli investimenti. A proposito invece del petrolio, lo stesso Ulyukayev ha confidato di attendersi per il 2016 un livello dei prezzi superiore ai 30 dollari al barile, con un contestuale aumento anche della domanda mondiale di oro nero. Ma il Fondo Monetario Internazionale (FMI) prevede per Mosca un 2016 nuovamente in calo (-1% PIL), per poi tornare a crescere nel 2017.

L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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