Caporalato: una legge che non può più aspettare

Pubblicato il 1 Agosto 2016 alle 18:34 Autore: Redazione
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Caporalato: una legge che non può più aspettare

Il Presidente della Camera Laura Boldrini, ha ricevuto il primo giorno di luglio, una delegazione di braccianti pugliesi, appartenenti alla CGIL-FLAI. L’incontro, avvenuto a Montecitorio, ha avuto in oggetto il “Caporalato”, una forma illegale di reclutamento della mano d’opera, soprattutto agricola, tradizionalmente diffusa nell’Italia meridionale,  attraverso la quale un intermediario assume, per conto di un imprenditore, operai giornalieri percependo per ogni operaio una tangente e pagando a quest’ultimo un salario inferiore rispetto al minimo contrattuale che dovrebbe invece percepire.

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Caporalato: una legge che non può più aspettare

Attualmente alla camera è presente il DDL 2217, questo prevede disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero e dello sfruttamento del lavoro in agricoltura. Se tale decreto venisse approvato e si trasformasse in legge le condizioni di vita dei lavoratori subirebbero sicuramente un netto miglioramento, nel 2015 infatti un operaio non regolarmente assunto percepiva, per tre quintali di pomodoro raccolti, 3,50 euro; a tale somma bisognava sottrarre 0,50 centesimi che venivano dati al caporale per il trasporto, per la fornitura di acqua e di cibo.

Quest’anno come sempre, ritorneranno i braccianti nei campi, tale legge – se approvata a breve – non solo tutelerebbe il lavoro degli immigrati clandestini, sono loro infatti i primi ad essere sfruttati per questi lavori, ma anche il lavoro di moltissime donne che continuano a lavorare nei campi e molto spesso rimangono vittime di condizioni lavorative inadeguate, un esempio è la storia di Paola Clemente, morta in Puglia mentre stava svolgendo la sua attività di bracciante agricola.

Inoltre, bisogna sottolineare come un’adeguata regolarizzazione del lavoro dei braccianti, potrebbe successivamente, portare ad una maggiore attenzione ai prodotti agricoli nazionali e favorirli anche dal punto di vista economico rispetto ai prodotti di altri paesi concorrenti.

Francesca Craparotta

L'autore: Redazione

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