Mappe: come ha reagito il mondo all’attacco Usa in Siria

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Mappe: come ha reagito il mondo all’attacco Usa in Siria

Aggiornato al 10 aprile

Questa mappa è stata realizzata da Mike Nudelman per Business Insider. Si basa su un articolo pubblicato dal New York Times. La grafica mostra i governi che hanno appoggiato e quelli che hanno criticato il recente attacco condotto dalla marina Usa contro la base siriana di Shayrat, nei pressi di Homs.

Favorevoli all’iniziativa di Trump si sono dichiarati Regno Unito, Germania, Francia, Italia, Polonia, Canada, Giappone e Australia. Non hanno mancato di fornire il proprio supporto anche gli alleati americani in Medioriente, dalla Turchia agli Emirati Arabi, da Israele all’Arabia Saudita. Ovviamente, il governo di Damasco ha condannato il bombardamento, seguito a ruota da Mosca e Teheran. Hanno preferito mantenere una posizione più vaga Svezia e Cina.

Mappe: come ha reagito il mondo all’attacco Usa in Siria

Favorevoli

Dal ministero degli Esteri britannico si definisce l’attacco una “risposta proporzionata” all’orrore “indicibile” costituito dall’ultima strage di civili a Idlib che per buona parte della comunità internazionale sarebbe stata ordinata da Assad. L’intera responsabilità dell’attacco “pesa su Assad”, appunto, hanno scritto il Presidente francese Hollande e la Cancelliera tedesca Merkel in una nota congiunta. Un “importante e significativo sviluppo” contro “i crimini di guerra del regime di Assad” così il vice primo ministro turco Numan Kurtulmus. Che sia da avvertimento anche per Teheran e Pyongyang, si è augurato il primo ministro israeliano Netanyahu. “Capiamo le ragioni degli Usa” ha detto il ministro degli Esteri Angelino Alfano, anche se “le azioni unilaterali sono pericolose”.

Anche NorvegiaRepubblica Ceca, Spagna e Giordania, Paesi Bassi e Qatar, Lituania ed Estonia, non evidenziate sulla mappa, si sono espresse a favore dell’operazione considerandola “misurata” e “proporzionata”.

Nella mappa tratta da Wikipedia, la posizione degli stati rispetto all’attacco Usa alla base siriana di Shayrat. In “blu” contrassegnati gli stati che hanno condannato l’iniziativa. In “verde” quelli che l’anno appoggiata. I paesi che hanno espresso una posizione “neutrale” o “moderata” sono stati colorati di “giallo”.

Mappe: come ha reagito il mondo all’attacco Usa in Siria

Contrari e neutrali

Condanna per l’iniziativa “solitaria” e “affrettata” da Venezuela, Iraq, Iran e Corea del Nord. Molto più dura è stata la Russia. Infatti, Putin ha definito l’attacco “un’aggressione sproporzionata contro uno stato sovrano in palese violazione della legge internazionale”.

Molto più equilibrata la posizione di Grecia ed Egitto. L’Ungheria, come la Colombia del Premio Nobel per la Pace Juan Manuel Santos, ha chiesto un accordo sull’asse Washington-Mosca sulla fine delle ostilità in Siria. Il ministero degli Esteri cinese Hua Chunying si è limitato a chiedere alle due parti di “mantenere la calma ed evitare un escalation delle tensioni”. Al di là delle sfumature, però, è nota l’opposizione della Cina a un qualsivoglia intervento diretto degli Stati Uniti in Siria.

L’Indonesia ha espresso preoccupazione per le azioni unilaterali “da entrambe le parti”. Ha fatto discutere la reazione della Bolivia. L’ambasciatore di La Paz presso le Nazioni Unite Sascha Llorenti ha fortemente condannato gli Usa mostrando anche una foto di Colin Powell risalente al 5 febbraio 2003. In quell’occasione, l’ex Segretario di Stato americano tenne un drammatico discorso al Consiglio di Sicurezza sul rischio costituito dall’arsenale chimico di Saddam Hussein. Poi mostrò una fiala di polvere bianca che disse essere antrace.