Venezuela: l’opposizione bombarda la corte suprema. Maduro accusa la CIA

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Venezuela: l’opposizione bombarda Corte Suprema. Maduro accusa la CIA

La guerriglia permanente in Venezuela rischia di degenerare in guerra civile. Il Paese sudamericano, allo stremo delle proprie forze, vede una società lacerata dal conflitto politico, dalla gravissima crisi economica. In particolare, gli ultimi due anni si sono rivelati particolarmente complicati per la presidenza del socialista bolivariano Nicolas Maduro. L’opposizione reclama a gran voce elezioni anticipate e, da 90 giorni consecutivi, Caracas è al centro di una protesta permanente.

Venezuela: Oscar Pérez chiama l’esercito alla dissidenza

In nottata (ore italiane),  si è verificato un bombardamento contro la Corte Suprema. Un attacco annunciato poche ore prima su instagram da Oscar Pérez, pilota dei ribelli e conosciuto nel Paese per aver lavorato come attore.

 

Le dinamiche non sono ancora chiarissime – l’opposizione avrebbe rubato un elicottero grazie ad un commando dissidente – e si rimane in attesa di aggiornamenti. Tuttavia, ciò che si può affermare è l’ulteriore radicalizzazione del conflitto. Il pilota Pérez chiama alla disobbedienza, rivolgendosi all’esercito. Le forze militari, fino a questo momento, si sono schierate dalla parte del governo chavista.

Venezuela: Maduro accusa la CIA

La risposta del presidente Maduro non è tardata ad arrivare. Il leader del partito bolivariano accusa direttamente l’intelligence degli Stati Uniti di agire contro il Venezuela per destabilizzare il sistema politico. Accuse che si ripetono nel tempo e che rimontano ai tempi di Hugo Chávez. Maduro condanna la escalation golpista e assicura che sia stato Óscar Pérez  l’esecutore materiale dell’attacco (15 granate lanciate contro il tribunale supremo di giustizia).


Per Maduro, si tratta di un attentato terrorista perpetrato dall’estrema destra e appoggiato da governi stranieri (in particolare gli U.S.A.); Maduro assicura che nessun attentato potrà fermare il processo costituente (avviato alcune settimane fa per fronteggiare il congelamento dell’attività legislativa) e chiama a sé il popolo venezuelano.