Influenza intestinale 2017: sintomi e conseguenze. Epidemia in arrivo

Pubblicato il 21 Novembre 2017 alle 14:40 Autore: Guglielmo Sano
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Influenza intestinale 2017: sintomi e conseguenze. Epidemia in arrivo

“Influenza intestinale”, un modo colloquiale per riferirsi a una serie di sindromi che colpiscono l’apparato gastro-intestinale. In questo senso, è più corretto parlare di gastroenterite virale. Essa viene causata, infatti, da alcune famiglie di virus; si parla, in particolare, di quella dei rotavirus e di quella dei norovirus. Quest’ultima colpisce nella maggior parte dei casi; in pratica, è il ceppo più diffuso. La prima, invece, è responsabile delle manifestazioni più gravi.

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La trasmissione avviene per via aerea o per contatto con oggetti contaminati; il rapporto interpersonale ravvicinato equivale a un contagio quasi certo. A volte per evitarlo basta lavarsi spesso le mani. I sintomi possono variare, tuttavia, nausea, vomito e diarrea accomunano le diverse forme, comparendo in quest’ordine. Altri sintomi meno frequenti sono la febbre alta, la disidratazione, il calo dell’appetito, il mal di testa e il dolore addominale.

Influenza intestinale 2017: sintomi e conseguenze. Epidemia in arrivo

Di solito non sono necessarie le cure mediche. Può aiutare l’uso di fermenti lattici; è consigliabile il paracetamolo per attenuare febbre e dolori. D’altro canto, visto che non sussiste un’infezione batterica, è inutile assumere antibiotici.

In generale, tutto quello che serve è un po’ di semplice riposo e una costante idratazione. Vomito e diarrea, infatti, indeboliscono notevolmente l’organismo facendogli perdere una grande quantità di liquidi. Dunque, bisogna assumerne molti, magari a piccoli sorsi se la nausea è forte, comunque senza forzarsi di bere in presenza del vomito.

All’acqua si può aggiungere dello zenzero e del limone; entrambi favoriscono l’attività dell’apparato digerente. Per quanto riguarda l’alimentazione, fondamentali i cibi secchi e leggeri; quindi spazio a pane, riso, patate, pastina in brodo. Anche alcuni tipi di frutta possono fornire un valido aiuto alla guarigione, le mele, per esempio, e soprattutto le banane, in quanto ricche di sali minerali.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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