Poste Italiane: buoni fruttiferi, le differenze di capitalizzazione

Pubblicato il 19 Gennaio 2018 alle 15:19 Autore: Daniele Sforza
Poste Italiane: differenze capitalizzazione bfp

Poste Italiane: buoni fruttiferi, le differenze di capitalizzazione.

Proseguiamo spiegando gli aspetti principali che riguardano i buoni fruttiferi di Poste Italiane. Occupandoci in particolare delle differenze di capitalizzazione e degli altri aspetti inerenti in materia. Infatti gli interessi dei buoni fruttiferi postali possono essere calcolati in regime di capitalizzazione semplice o in capitalizzazione composto. Da cosa dipende la variazione del regime? Dalla durata dei Bfp, che possono essere di 20 o 30 anni.

Poste Italiane, buoni fruttiferi: durata 20 e 30 anni

Come spiega la Cassa Depositi e Prestiti i buoni ordinari emessi fino alla data del 27 dicembre 2000 (Serie Z) hanno una durata trentennale. Invece, i buoni ordinari emessi successivamente a quella data (a partire dalla Serie A1) hanno una durata di 20 anni. Va ricordato che i buoni fruttiferi postali cessano di essere fruttiferi dal giorno dopo la scadenza naturale del titolo. Per quanto riguarda i buoni ordinari emessi prima del 27 dicembre 2000, quel giorno arriva in quello seguente al compimento del 30° anno solare successivo al giorno di emissione. Il discorso è diverso per i buoni fruttiferi ventennali. Che invece diventano infruttiferi il giorno dopo quello del compimento del 20° anno solare.

Poste Italiane, buoni fruttiferi: differenze tra capitalizzazione semplice e composta

Si parla di regime di capitalizzazione composta quando si parla di calcolo di interessi nei primi 20 anni di emissione. Ciò significa che per i buoni ordinari a 20 anni la capitalizzazione è sempre composta. Per i buoni fruttiferi trentennali, la capitalizzazione si trasferisce in regime semplice a partire dal giorno dopo il 20° anno solare.

Quindi, cosa succede nell’ultimo decennio per i buoni fruttiferi trentennali? Semplicemente, che dal 21° al 30° anno la capitalizzazione diventa semplice e non più composta. In parole povere, dal ventunesimo al trentesimo anno, gli interessi saranno calcolati annualmente in percentuale solo sul capitale versato all’inizio. E dunque non più sugli interessi generati dagli stessi interessi.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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