Elezioni 2018: 3 scenari post-voto e cosa accadrà dopo

Pubblicato il 20 Febbraio 2018 alle 18:17 Autore: Giulia Angeletti
elezioni 2018

Elezioni 2018: 3 scenari post-voto e cosa accadrà dopo

L’incertezza regna sovrana circa l’esito di queste elezioni 2018, ormai in arrivo. Le previsioni lasciate dagli ultimi sondaggi – prima che per legge iniziasse il silenzio elettorale – hanno disegnato un quadro il cui disegno sembra essere illegibile; nel senso che, almeno secondo quanto rilevato e proiettato in seggi, nessuna maggioranza definita sembra poter uscire dal responso delle urne. Quindi la domanda è: cosa accadrà dopo il 4 marzo? Il Post ha immaginato tre scenari possibili, vediamo quali sono.

Elezioni 2018, cosa succede dopo le urne

Già a seguito dello spoglio, con i risultati definitivi alla mano, sarà naturalmente possibile avere un’idea della situazione; ma solo quando il nuovo Parlamento si sarà insediato, e si procederà con l’elezione dei nuovi presidenti di Montecitorio e palazzo Madama, potremo avere un primo “assaggio” delle nuove intese che si andranno a creare tra le forze politiche. A seguire ci saranno le note consultazioni presidenziali, che consistono nell’incontro tra i vari esponenti delle forze parlamentari con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. 

Il Capo dello Stato, in quella sede, ascolterà le proposte dei gruppi parlamentari e cercherà di capire se la formazione di una maggioranza è cosa possibile o meno; udite le proposte e le intenzioni, prenderà una decisione. Ed è proprio a questo punto che si aprono i tre differenti scenari.

Elezioni 2018, scenario uno: si torna a votare

Una delle prime ipotesi è, chiaramente, la meno “desiderabile”; cioè quella di un ritorno alle urne. Nessuna maggioranza possibile, leader politici che non riesco ad accordarsi, governo non costituibile: a quel punto Mattarella sarebbe costretto a sciogliere di nuovo le Camere e convocare nuove elezioni. D’altronde le alternative sono due; o nuove larghe intese, opzione che sia Berlusconi che Renzi sembrano aver bocciato categoricamente. Oppure affidare la formazione del governo al M5s, che secondo i sondaggi dovrebbe risultare il primo partito; ma siccome non ci sono molte possibilità di un accordo tra i pentastellati e le altre forze politiche, questa ultima opzione lascia il tempo che trova.

Oppure sempre il Capo di Stato potrebbe scegliere di affidare l’incarico di formare il nuovo esecutivo a un esponente istituzionale super partes; quindi, ad esempio, al presidente del Senato. Convocare nuove consultazioni e, in tal modo, prendere tempo e “fare pressing” sul Parlamento per spingerlo a formare alleanze funzionali a convocare la nuova squadra di palazzo Chigi.

Elezioni 2018, scenario due: nuove grandi intese

Il secondo scenario possibile infatti gira al largo da un nuovo scioglimento delle Camere; questa opzione è presa in poca considerazione poiché si ritiene che ripetendo le consultazioni i partiti verranno pressati per trovare un accordo. Anche se, come già anticipato, sia il leader azzurro che quello dem hanno scongiurato un nuovo governo di larghe intese, le preoccupazioni circa la stabilità finanziaria del paese si faranno pesanti entro non molto; e, a quel punto, invece di ripetere campagna elettorale e urne, i nuovi parlamentari preferiranno forse trovare “la quadra” per la maggioranza.

Tutto dipenderà dai rapporti di forza che usciranno fuori il 5 marzo, ma ragionevolmente un accordo del genere potrebbe essere trovato tra Pd, Forza Italia e centristi. E a quel punto, per quanto riguarda la scelta del premier, Mattarella dovrebbe indicare una personalità congeniale a tutti gli schieramenti; un compito, questo, davvero arduo.

Elezioni 2018, terzo scenario: governo a cinque stelle

La terza ipotesi invece vede un governo formato da M5s, Lega e Fratelli d’Italia; d’altronde le posizioni di questi tre partiti si avvicinano su molte questioni chiave. I grillini, che secondo i sondaggi dovrebbero appunto costituire il primo gruppo parlamentare, avrebbero infatti bisogno in tal caso dell’appoggio di Salvini e Meloni; Mattarella indicherebbe come premier Luigi Di Maio, il quale potrà costituire un esecutivo “monocolore” – cioè con tutti ministri pentastellati – o attingendo alle “risorse” degli altri due partiti.

Libretto istruzioni seggio elettorale per le elezioni politiche 2018 in pdf

Nel primo caso il M5s governerebbe da solo con l’appoggio esterno di Lega e Fratelli d’Italia, che quindi andrebbero ad esprimere il proprio voto sulle singole leggi e provvedimenti; nel secondo invece i tre governerebbero insieme attraverso la spartizione degli incarichi all’interno della pubblica amministrazione.

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L'autore: Giulia Angeletti

Giornalista pubblicista classe 1989, laureata in Scienze Politiche, "masterizzata" presso la Business School del Sole 24 Ore, attualmente è addetta stampa e redattrice per Termometro Politico. Affascinata dal mestiere più bello del mondo e frustrata dalla difficoltà di intraprendere più seriamente questa professione, pianifica numerosi "piani B" per poter sbarcare il lunario nel settore della comunicazione. Ama informarsi e leggere, odia avere poco tempo per farlo. Su Twitter è @GiuliaAngelett3
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