Governo 2018, ultime notizie: uscita dall’euro ed economia, parla Cottarelli

Pubblicato il 4 Giugno 2018 alle 16:31 Autore: Camilla Ferrandi
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Governo 2018, ultime notizie: uscita dall’euro ed economia, parla Cottarelli

“E’ più sollevato o più dispiaciuto” chiede il giornalista. “No, sollevatissimo” risponde prontamente Carlo Cottarelli. “Sono felice perché credo che un governo politico è quello che servisse. Il governo tecnico era l’ultima ratio se non si poteva fare il governo politico. Andare alle elezioni: credo che sia stato molto importante evitarlo”. Così parla l’economista dopo la rinuncia al mandato da Presidente del Consiglio al Corriere della Sera. E conclude: “Torno a fare il direttore dell’Osservatorio dei conti pubblici italiani, che guarda l’andamento dei conti pubblici. E continuerò a sostenere che bisogna ridurre il debito pubblico in Italia per renderci meno vulnerabili”.

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Ed è proprio su quest’ultimo punto che Cottarelli continua a ribattere in tutte le interviste rilasciate. Il debito pubblico e l’imprescindibilità della sua riduzione. Come racconta a La Stampa, la riduzione del debito pubblico è il primo step da intraprendere al fine di irrobustire l’economia italiana. Una dimostrazione pratica è rappresentata proprio dall’innalzamento vertiginoso dello spread dei giorni scorsi. “L’economia italiana è fragile” commenta l’economista. “Fragile ad annunci inappropriati, fragile ad azioni avventate, fragile rispetto a choc esterni che ci possono colpire”. Per questo “mi preoccupa il fatto che si voglia fare più deficit pubblico”.

È quanto afferma Cottarelli ieri, ospite a Che tempo che fa, riferendosi a quanto detto la scorsa settimana dal neo vicepresidente del Consiglio e Ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Di Maio. “Le promesse elettorali, i tagli di tasse, ammontano a 110-120 miliardi. Questa è la nostra stima dell’Osservatorio dei conti pubblici. Tutto quello che è previsto, dunque, non potrà essere fatto. Sono cifre enormi: tutta la spesa sanitaria è pari a 110 miliardi. È come se si volesse raddoppiare in un anno la spesa sanitaria”. Per questo, spiega l’economista commentando le dichiarazioni del leader cinquestelle dei giorni scorsi, “c’è l’indicazione a fare più deficit. Ma è rischioso, avendo un debito così elevato”. Comunque Cottarelli non dispera: “Ci siamo sentiti informalmente con Di Maio. Spero di rivederlo per parlare di spending” rivela.

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Governo 2018: il problema dell’euro

Ed è proprio a questo punto che si aggancia al “problema” euro. “Uscire dall’euro? Sarebbe come decidere di giocare in serie B. Magari vinci, ma sei in serie B”. Ammette Cottarelli: “Non abbiamo vissuto bene l’esperienza dell’euro. Ma – ricorda – uscire sarebbe molto costoso. Non siamo nel regno di Bengodi perché stampiamo soldi. Se si stampano troppi soldi si creerebbe una svalutazione come in Italia negli anni ‘70, con un’inflazione al 27%”. Senza dubbio “una parte degli economisti italiani pensano che dovremmo uscire dall’euro. Si può discutere apertamente di cose del genere”. Perentorio, però, sottolinea: “Ma discuterne in posizioni di governo è estremamente pericoloso perché si scatena un attacco speculativo”.
Comunque sia: “spero che, al di là degli annunci, il nuovo governo sia consapevole di tutto ciò. Buon lavoro! E che l’Italia non diventi un laboratorio per strani esperimenti” conclude.

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L'autore: Camilla Ferrandi

Nata nel 1989 a Grosseto. Laureata magistrale in Scienze della Politica e dei Processi Decisionali presso la Cesare Alfieri di Firenze e con un Master in Istituzioni Parlamentari per consulenti d'assemblea conseguito a La Sapienza. Appassionata di politica interna, collaboro con Termometro Politico dal 2016.
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