Pace fiscale 2018: quando parte e requisiti, Salvini avvia il condono

Pubblicato il 21 Giugno 2018 alle 11:03 Autore: Daniele Sforza
Pace fiscale 2018: quando parte e requisiti

Pace fiscale 2018: quando parte e requisiti, Salvini avvia il condono.

La pace fiscale 2018 è uno dei punti centrali del programma di governo M5S-Lega. Oltre alla flat tax e al reddito di cittadinanza, tra le misure economiche più quotate c’è anche la pace fiscale. Che nel testo del programma è intesa come semplificazione di un sistema troppo oppressivo; nonché un rimedio a quanto tolto a molti lavoratori, costretti a chiudere le proprie aziende per i debiti contratti a causa dell’elevata pressione fiscale. L’opposizione non ci sta e lo chiama condono, anche perché il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha fissato un tetto sotto il quale i debitori sarebbero “messi in salvo”. Questa soglia, annunciata in occasione del 244° anniversario delle Fiamme Gialle, sarebbe di 100 mila euro.

Pace fiscale 2018: quando parte e requisiti

Pace fiscale 2018, o per meglio dire 2019. Potrebbe infatti essere introdotta nella prossima Legge di Bilancio la maxi rottamazione delle cartelle esattoriali per molte persone che hanno debito inferiori a 100 mila euro. Anche se, più di maxi rottamazione, si parla di vero e proprio “condono”. La rottamazione cartelle è però ancora in atto e a maggio 2018 è scaduto il termine di presentazione delle domande di definizione agevolata. Inoltre, a breve si dovrà versare la prima rata di luglio.

Nel contratto di governo vi è espressamente scritta la seguente dicitura: “esclusa ogni finalità condonistica”. La misura, come nei pensieri di Salvini, sarebbe quella di offrire la possibilità a migliaia di contribuenti in difficoltà economiche di pagare un’aliquota sul proprio debito. A tal proposito si ipotizzano tre aliquote: 6%, 15% e 20-25%. Tuttavia, ancora non è stato reso noto come queste aliquote potrebbero applicarsi e su che basi; anche se si dovrebbe protendere per scaglioni di debito. Con un’aliquota più bassa per un debito più basso. Ancora non c’è niente di certo e dal Governo fanno sapere che si è al lavoro per studiare al meglio la proposta della pace fiscale, che potrebbe portare nelle casse dello Stato tra i 40 e i 60 miliardi di gettito secondo le stime della Lega.

Pace fiscale 2018: “condono” in arrivo?

In occasione dell’anniversario delle Fiamme Gialle, il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha ricordato la recente maxi-operazione contro i grandi evasori effettuata dalla Guardia di Finanza. “12 mila evasori sconosciuti al Fisco e grandi evasori che hanno rubato una media di 2 milioni di euro a testa. Onore alla Guardia di Finanza che li ha scovati; ora tocca al governo semplificare il sistema fiscale e ridurre le tasse”. Poi il riferimento alla pace fiscale, l’annuncio della soglia debitoria e l’esplicita volontà di agire con immediatezza. “Chiudere da subito tutte le cartelle esattoriali di Equitalia per cifre inferiori ai 100.000 euro, per liberare milioni di italiani incolpevoli ostaggi e farli tornare a lavorare, sorridere e pagare le tasse”.

Per il Partito Democratico si tratta semplicemente di condono. “Altro che governo del cambiamento”, ha dichiarato Alessia Rotta. “Salvini propone l’ennesimo condono, in piena continuità con gli esecutivi della destra”. Per l’esponente PD la pace fiscale teorizzata da Salvini si farebbe con un approccio e un metodo sbagliato. “Perché gli introiti dello Stato, secondo quanto rilevato dall’Agenzia delle Entrate, sarebbero di molto inferiori a quelli che il governo prevede di ottenere. E inoltre asseconda chi si sente più furbo degli altri”.

Si attendono quindi aggiornamenti in merito alla pace fiscale e alle soluzioni che il nuovo governo Conte proporrà sul tema.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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