Buoni fruttiferi di Poste Italiane: calcolo interessi con l’inflazione

Pubblicato il 10 Aprile 2019 alle 06:29 Autore: Daniele Sforza

Come calcolare il valore del rimborso dei buoni fruttiferi di Poste Italiane indicizzato all’inflazione? Ecco le informazioni utili a riguardo.

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Buoni fruttiferi di Poste Italiane: calcolo interessi con l’inflazione

Calcolo interessi buoni fruttiferi di Poste Italiane


La guida sui buoni fruttiferi di Poste Italiane può essere utile per comprendere tutte le informazioni necessarie. A molti risparmiatori interesserà certamente sapere come si calcolano gli interessi dei buoni fruttiferi indicizzati all’ inflazione italiana; nonché come il valore possa cambiare in base ad alcuni fattori. Andiamo quindi a fornire alcune risposte e chiarimenti in merito; prendendo come riferimento la guida chiarificatrice di Poste Italiane.

Buoni fruttiferi: come calcolare gli interessi con l’inflazione

Come calcolare il valore di rimborso di un buono indicizzato all’inflazione italiana? Poste Italiane spiega che per i buoni emessi da febbraio 2016 a maggio 2010 o da luglio 2001, il valore di rimborso emerge “moltiplicando l’importo sottoscritto per il coefficiente di capitalizzazione”. Il coefficiente a cui si fa riferimento è il risultato del prodotto tra il coefficiente di capitalizzazione dell’ultimo bimestre concluso; quest’ultimo si determina sulla base degli interessi reali minimi garantiti.
Quindi va considerato il coefficiente di indicizzazione con il quale si rivaluta il capitale investito; “pari al massimo tra 1 e il rapporto tra il valore dell’indice FOI relativo al terzo mese che precede la data del compimento dell’ultimo bimestre di anzianità concluso; e il valore del medesimo indice relativo al terzo mese prima della data di sottoscrizione del Buono”. Per una maggiore chiarezza, Poste invita a consultare il Foglio Informativo; in particolar modo la Tabella B e la Parte III.

Buoni fruttiferi emessi da giugno 2010 a giugno 2011: calcolo interessi con l’inflazione

E per quanto riguarda i buoni indicizzati all’inflazione italiana emessi da giugno 2010 a giugno 2011? In questo caso il valore del rimborso è il risultato della moltiplicazione tra l’importo sottoscritto e il coefficiente di capitalizzazione complessivo. Anche per quest’ultimo bisogna fare riferimento al coefficiente di capitalizzazione relativo all’ultimo bimestre concluso determinato sulla base degli interessi fissi garantiti. Nonché al coefficiente di indicizzazione con il quale viene rivalutato il capitale investito.
Il coefficiente di indicizzazione “per i bimestri precedenti l’inizio del periodo di rivalutazione all’indice FOI è pari a 1”; invece, per i bimestri successivi “è pari al massimo tra 1 e il rapporto tra il valore dell’indice FOI relativo al terzo mese che precede la data del compimento dell’ultimo bimestre di anzianità concluso; e il valore dello stesso indice relativo al terzo mese prima della data di inizio del periodo di rivalutazione all’indice FOI”.
Per consultare i coefficienti lordi e netti e il valore dell’indice FOI si può andare sul sito della Cassa Depositi e Prestiti; più nello specifico, nella pagina dedicata al Risparmio Postale. E dunque alla voce “Indici rivalutazione capitale”.

Buoni fruttiferi di Poste Italiane: come trovare l’indice FOI

Quindi abbiamo visto come per calcolare il valore del rimborso del buono indicizzato all’inflazione sono necessari i valori dell’indice FOI. Quest’ultimo viene pubblicato ogni mese sul sito dell’Istat. Altrimenti è possibile anche consultare la parte dedicata al Riepilogo Indici Istat FOI dei Buoni indicizzati all’inflazione. Questa si trova sul sito della Cassa Depositi e Prestiti.

Buoni fruttiferi: come cambia il valore in base all’inflazione?

Il valore del rimborso di un buono indicizzato all’inflazione italiana può subire variazioni da un bimestre all’altro. Il valore del rimborso di un Buono viene determinato dalla maturazione degli interessi minimi; nonché dalla rivalutazione per l’inflazione realizzata nel periodo di riferimento. Infatti, Poste spiega che se venisse applicato esclusivamente il tasso minimo, si andrebbe incontro a un valore di rimborso sempre più crescente. Con l’aggiunta della rivalutazione all’inflazione, si possono invece generare variazioni “non crescenti nel tempo”. Scongiurata comunque l’ipotesi di una discesa del valore al di sotto della soglia che gli interessi minimi determinano.
In breve, qualora l’indice FOI diminuisce, anche il coefficiente di indicizzazione si abbassa. E di conseguenza, in alcuni periodi dell’anno, il valore può essere inferiore rispetto al mese precedente o successivo. Ma con l’applicazione dell’imposta di bollo, il valore potrebbe scendere sotto la soglia di cui abbiamo parlato prima. In questo caso, cosa succede nell’eventualità di un rimborso anticipato? Poste rassicura gli investitori nella sua guida. Infatti, non sarà addebitato l’importo “pari alla porzione dell’imposta di bollo applicata che abbia determinato un valore netto di rimborso inferiore al capitale investito”.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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