Legge 104: novità 2018 e permessi, licenziamento è possibile. I casi

Pubblicato il 8 Aprile 2019 alle 06:03 Autore: Daniele Sforza

Chi abusa dei permessi retribuiti garantiti dalla Legge 104 può essere soggetto a licenziamento. Ecco i casi principali e le novità 2018.

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Legge 104: novità 2018 e permessi, licenziamento è possibile. I casi

Abuso permessi Legge 104: quando il licenziamento è legittimo


Tra le novità 2018 sulla Legge 104 ve ne sono alcune interessanti emerse da recenti sentenze della Cassazione, che riguardano in particolare il comportamento da assumere in caso il lavoratore che usufruisce dei permessi retribuiti garantiti dalla Legge 104 sia scorretto. Ovvero che il lavoratore non li sfrutti per assicurare assistenza al familiare disabile, ma li scambi per giorni di ferie, e che quindi vada in gita di piacere o faccia i suoi comodi. Al tempo stesso è anche vero che è decaduto l’obbligo di assistenza continuativa al familiare disabile. Quindi non ci resta che andare a vedere i casi in cui si può incorrere al licenziamento qualora si abusi della 104.

Legge 104: licenziamento possibile?

È stretta sui furbetti della Legge 104, che sfruttano i permessi retribuiti per i propri interessi. La Corte di Cassazione si è pronunciata in materia con diverse sentenze che hanno apportato importanti novità nel 2018. E che hanno determinato i casi in cui un dipendente può essere licenziato. Ma che al tempo stesso hanno anche posto delle limitazioni agli obblighi da rispettare, consentendo un’apertura ai lavoratori che assistono disabili. Ciò che può apparire controverso in realtà non lo è affatto. E i diritti e i doveri della Legge 104 risultano chiari ed evidenti sotto ogni loro aspetto. Potremo così riassumere: chi fa il furbetto, andrà incontro a licenziamento.

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Abusi Legge 104: quando è possibile il licenziamento

L’ordinanza della Cassazione n. 8209/2018 ha stabilito che il lavoratore che abusa dei permessi retribuiti della Legge 104 può andare incontro a licenziamento per giusta causa in caso di condotta scorretta. I giudici hanno dunque decretato che i datori di lavoro possono licenziare il lavoratore “furbetto”; senza valutare se il comportamento del lavoro sia reiterato o meno. In breve, chi sfrutta i permessi della Legge 104 ma fa tutt’altro invece che assistere il familiare disabile commette un reato. Ed è dunque punibile con il licenziamento per giusta causa, e quindi senza preavviso. Per la Corte di Cassazione, la condotta scorretta del lavoratore parlando strettamente di abusi della 104, ha rilevanza penale.

Quindi il lavoratore che usa i giorni di permesso per scopi propri e non per assistenza al disabile commette un reato di truffa ai danni dello Stato; questo perché, nonostante la retribuzione sia anticipata dal datore di lavoro, è in realtà l’Inps a pagare.

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Legge 104: assistenza continuativa non necessaria

L’obbligo dell’assistenza continuativa al familiare disabile da parte del lavoratore che prende i permessi della 104 è decaduto. Questo non significa che il soggetto non debba assistere il familiare con handicap, ma vuole dire semplicemente che non deve stare 24 ore con lui. E può anche non fornire assistenza necessariamente nell’ arco della giornata lavorativa. Una parte della giornata presa di permesso con la 104 può anche essere usata per fini personali, per riposarsi o compiere le attività quotidiane. Questo comportamento è regolare in base alla normativa, e dunque non è passibile di licenziamento per giusta causa. Ma è evidentemente naturale che il soggetto che usa il permesso della 104 abbia come priorità l’assistenza al soggetto disabile, anche se non per forza continuativa.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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