Einsatzgruppen: chi erano le squadre della morte di Hitler

Pubblicato il 16 Luglio 2018 alle 10:00 Autore: Tommaso Lolli
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Einsatzgruppen: chi erano le squadre della morte di Hitler

La guerra è un elemento imprescindibile all’interno della storia dell’umanità. I tempi moderni, fortunatamente, hanno permesso al pianeta di essere sempre meno un teatro di lotte. La guerra, nella sua evoluzione, è uscita dai propri confini ed ha iniziato a colpire non solo chi la combatteva ma anche chi non ne prendeva parte: la popolazione civile.

Ed è così che la storia militare è piena di eventi in cui l’uomo si lascia sopraffare dal suo istinto animalesco e riversa la propria rabbia ed il proprio odio verso il prossimo. Il sacco di Roma del 1527 da parte dei Lanzichenecchi (soldati mercenari svizzeri), agli ordini dell’imperatore Carlo V d’Asburgo, i quali si abbandonarono a qualsiasi impulso. La storiografia parla di circa 20.000 cittadini morti per violenza. In questo caso l’odio verso il Papato spinse i Lanzichenecchi a commettere tali azioni. L’odio verso un’altra religione fu il pretesto per uccidere migliaia di cittadini durante l’Assedio di Magdeburgo durante la Guerra dei Trent’anni nel 1631. La Lega Cattolica assediava la città protestante.

I motivi di tale saccheggio sono dibattuti ma si pensa che l’intera distruzione della città fosse dovuta all’incontrollabile furore delle truppe cattoliche. L’intera città, pertanto, venne distrutta e rasa al suolo e:” Non c’era null’altro che percosse e incendi, saccheggi, torture, omicidi. In particolar modo ciascuno dei nemici era intento ad assicurarsi più bottino (…) Così in un singolo giorno questa nobile e famosa città, l’orgoglio dell’intera regione, andò in fuoco e fumo”. Scrisse così Otto Von Guericke riguardo agli eventi accaduti nella sua città natale.

Si potrebbero citare ulteriori casi, ma nessuno di questi esprimerebbe meglio il concetto di odio quanto invece sarebbe possibile citando le “Einsatzgruppen”.

Chi furono le Einsatzgruppen?

Le Einsatzgruppen, unità operative, furono un corpo di unità speciali composte da SS, membri della Wermacht e della polizia tedesca. La ferocia con cui queste truppe speciali si distinsero nel fronte orientale è dimostrabile semplicemente citando il loro comandante: Reinhard Heydrich. “Il Boia”, “Il Macellaio di Praga”, “La Bestia Bionda” tutti soprannomi dati ad uno degli uomini più fidati di Hitler e Himmler. Il nome di tale generale tedesco non è associato solamente ai massacri e agli omicidi commessi durante il suo periodo come governatore della Boemia e della Moravia ma soprattutto per la sua partecipazione alla Conferenza di Wannsee del 20 gennaio 1942. In tale conferenza, Heydrich si distinse per una proposta da lui avanzata e poi accettata e acclamata da tutti i gerarchi nazisti: la Soluzione Finale della Questione Ebraica. Spesso ci si chiede come sia stato possibile che degli uomini siano riusciti a pensare ad una cosa del genere ovvero alle Camere a Gas all’interno dei lager eppure per comprendere ciò è necessario considerare ciò che avveniva precedentemente.

Perché le camere a gas?

Inizialmente le Einsatzgruppen avevano compiti di difesa dei palazzi governativi ma con l’invasione della Polonia la loro funzione cambiò drasticamente. Le loro funzioni principali riguardarono l’arresto di ebrei, zingari e avversari politici. Ma mentre le SS avevano la stessa funzione mentre avanzavano insieme ai soldati della Wermacht, le Einsatzgruppen avevano il compito di ripulire le retrovie. Ovvero, assicurare che a guerra finita le zone del <<Lebensraum>> (spazio vitale) fossere ripulite da tali persone in modo tale che i futuri tedeschi adibiti a ripopolare le terre della Nuova Germania non incontrassero “untermensch”.

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Einsatzgruppen durante la guerra: il Fronte Occidentale

Con l’invasione della Francia, del Belgio e dell’Olanda tale unità speciale ritornò alle sue iniziali funzioni: difesa delle strutture organizzative del Reich. Come mai? Hitler azzardando l’invasione della Polonia non si aspettava che la Francia e la Gran Bretagna sarebbero scese in campo per difendere uno Stato così lontano date le difficoltà economiche della Francia e delle difficoltà politiche inglesi e non solo, quando la Gran Bretagna firmò l’accordo con la Polonia riguardante la difesa dello Stato polacco nelle clausole era definito che la Gran Bretagna si sarebbe impegnata in una guerra solamente nel caso in cui l’esistenza stessa della Polonia fosse stata messa in pericolo.

Pertanto, nella strategia dell’ “appeasement” inglese decisa dal Primo Ministro Chamberlain, una guerra tedesca mirata solamente alla riconquista della città di Danzica (città che allora separava i territori tedeschi della Prussia Orientale con quelli della Germania) non sarebbe stato un casus belli per la Gran Bretagna. In parole povere, la Gran Bretagna non assicurava alla Polonia un intervento militare a suo favore nel caso in cui l’integrità territoriale della Polonia fosse stata messa in discussione. Al contrario, se la Germania avesse minacciato l’esistenza dello Stato Polacco, allora sarebbe stata guerra.

L’inaspettata dichiarazione di guerra da parte dei francesi e dei britannici, non solo causò l’apertura del fronte occidentale ma per i tedeschi aprì una vecchia strada (chiusa precedentemente a causa dell’opposizione francese) con la quale risolvere il problema ebraico: l’Operazione Madagascar, ovvero trasportare gli ebrei d’Europa nell’isola africana e questo sarebbe stato possibile solamente nel caso in cui la flotta britannica e quella francese fossero cadute in mano nazista. L’operazione “Leone Marino”, l’invasione della Gran Bretagna, prevedeva al suo interno anche un grande numero di Einsatzgruppen le quali nell’invasione dell’isola avrebbero ripreso i loro compiti effettuati in Polonia, ovvero rastrellare le popolazioni non volute nella nuova Europa, questo perché ormai non si poteva arrivare più ad una pace con Francia ed Inghilterra. La sconfitta nella Battaglia d’Inghilterra provocò l’annullamento, per la seconda volta, dell’operazione Madagascar. Pertanto era necessario trovare un nuovo modo per “liberarsi” del problema ebraico.

Le Einsatzgruppen in Unione Sovietica

L’invasione dell’Unione Sovietica aprì un fronte a Orienta enorme. Mentre le truppe della Wermacht avanzavano per le steppe dell’Ucraina e della Russia, nelle retrovie le Einsatzgruppen commettevano fucilazioni di massa di avversari politici, ebrei e zingari.  Gli ordini di Heydrich erano, quindi, di uccidere i dissidente politici comunisti ed istigare la popolazione russa contro gli ebrei e nel caso in cui la popolazione non avesse collaborato, le sue Einsatzgruppen avrebbero fatto il lavoro sporco da sole. Inizialmente tali unità operavano tramite fucilazioni di massa e non. Sono numerose le azioni compiute in Unione Sovietica: Massacro di Babij Jar, in cui morirono 100.000 persone; Bronna Góra in Bielorussa, 50.000, Gurka Połonka in Ucraina, 25.000; e tante, troppe, ancora.

L’Aktion, così chiamata dai tedeschi la “pulizia”, seguiva sempre una metodologia.  I prigionieri venivano condotti dinnanzi a fosse già scavate oppure davanti a burroni, poi venivano spogliati (in modo tale che i vestiti potessero essere riutilizzati) e trasportati nudi di fronte ai bordi. Infine, raffiche di mitragliatrici o di pistola uccidevano gli sventurati. A volte, i prigionieri si dovevano già sdraiare sopra ai corpi di persone precedentemente uccise dove venivano sempre fucilare. I neonati potevano venire lanciati vivi nei burroni o lanciati in aria utilizzandoli come bersaglio. Poteva capitare che magari qualcuno si salvasse dalla fucilazione, ma per evitare che si sviluppassero epidemie, i tedeschi ricoprivano le fosse di calce viva, così i poveri sventurati che si salvavano dalle fucilazioni venivano sepolti vivi.

La brutalità dei metodi utilizzati per sterminare la popolazione ebraica divenne insostenibile anche per alcuni nazisti. Difatti, molti di loro compivano tali nefandezze completamente ubriachi. Lo stesso Himmler assistette, una volta, a tale operazione e secondo le testimonianze ne rimase profondamente scosso sempre considerando che rimase sempre convinto che era necessario. Alcuni soldati tedeschi dopo tali crimini vennero internati in case di cure psichiatriche e per ovviare a ciò, Himmler predispose che una nuova maniera venisse trovata, non per la brutalità del gesto quanto, soprattutto, per lo spreco di munizioni le quali sarebbero state più utili al fronte.

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Einsatzgruppen e gaswagen

Nel 1941, pertanto, nelle retrovie tedesche comparvero i primi “Gaswagen” o “il camion della morte”. Tali “Gaswagen” erano autocarri modificati in cui dei lunghi tubi di scarico facevano sì che il gas di scarico fuoriuscito rientrasse all’interno del vano di carico, dove i condannati ricevevano il loro veleno. Al contrario delle camere a gas, all’interno di questi autocarri, i prigionieri venivano ammazzati con l’utilizzo di monossido di carbonio (CO).

I gaswagen furono i precursori per le camere a gas non solo per il loro utilizzo ma anche per via delle pareti bianche, del pavimento in legno e di una porta stagna. Le stime degli storici ipotizzano che 700.000 persone perirono all’interno di questi camion. I gaswagen però avevano degli svantaggi per i nazisti. Prima di tutto, secondo la mentalità nazista, i camion sarebbero stati meglio utilizzati al fronte per lo spostamento delle truppe secondo l’ideologia del Blitzkrieg, secondo, la morte per asfissia per inalazioni di gas di scarico comportava circa 20 minuti.

20 minuti in cui i prigionieri urlavano, battevano le mani contro le pareti per tentare di scappare o per cercare di aprirsi un varco per scappare. La lentezza nell’uccisione e il rischio di essere scoperti, quindi, rese necessario l’invenzione di un nuovo modo per sterminare gli ebrei. Le Einsatzgruppen, inoltre, dovevano sopportare 20 minuti di urla e schiamazzi con il rischio aggiunto di arrivare alla pazzia. Le fucilazioni da loro commesse e i gaswagen non erano “efficienti”.

La conferenza di Wannsee nel 1942, invece, aprì le porte ad un nuovo progetto, sviluppato e proposto dal capo delle Einsatzgruppen, Heydrich: le camere a gas. Le Einsatzgruppen divennero quindi insieme alle SS-Totenkopfverbände le guardie dei futuri campi di sterminio e anche i carnefici che inserivano lo Zyklon B nelle fessure sopra le camere a gas.

I crimini di cui si macchiò tale corpo nazista furono tantissimi ed efferati. Nessun briciolo di umanità si manifestò negli appartenenti a tale corpo che continuarono ad operare fino alla fine della guerra. 6 anni di operazioni di rastrellamento, fucilazioni e sterminio.

La fine degli Einsatzgruppen

Durante il processo di Norimberga, i comandanti di tali plotoni, come ovvio, vennero processati. Sfortunatamente le Einsatzgruppen erano dopo la morte di Heydrich, nel 1942, sotto il comando di Hitler e Himmler, i quali si suicidarono alla fine della guerra. Pertanto vennero processati e condannati per crimini contro l’umanità gli ufficiali, i soldati, i sottoufficiali etc… perché colpevoli quanto i due gerarchi nazisti.

Il processo agli Einsatzgruppen vide coinvolti 24 imputati che si dichiararono «non colpevoli». Vennero stabilite 14 sentenze di morte delle quali solo quattro eseguite, il 7 giugno 1951. Questo perché poi entrò in vigore un’amnistia che tramutò la pena di morte in pene detentive.

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