Campagna abbonamenti Inter: un affresco per ripartire a riveder le stelle

Pubblicato il 23 Luglio 2018 alle 17:00 Autore: Cesare Fabrizi
Campagna abbonamenti Inter: un affresco per ripartire a riveder le stelle

Campagna abbonamenti Inter: un affresco per ripartire a riveder le stelle.

La campagna abbonamenti Inter si apre in grande stile, quasi ripartendo da zero. O meglio, ripartendo da dove si è lasciati. Ma con uno spirito completamente diverso. Quest’anno, infatti, l’Inter ha voluto lanciare la campagna abbonamenti in grande stile. Con una operazione che non è soltanto sportiva e di marketing, ma anche artistica e culturale in senso lato.

Campagna abbonamenti Inter: l’affresco fotografico e il primo video

Gli sportivi, non solo interisti, che dal 18 giugno, hanno visto i muri di Milano e le pagine dei giornali sportivi dominati dal grande affresco nerazzurro e poi il breve spot in cui si vede un bambino tenuto per mano dal padre che spunta, attraverso un’oscura galleria, nel luminoso stadio di San Siro, all’inizio forse si sono chiesti che cosa tutto questo volesse significare. Già il richiamo al canto 34° dell‘Inferno di Dante, ai versi che si concludono con “e quindi uscimmo a riveder le stelle”, è decisamente chiarificatore. L’Inter si è lasciata alle spalle le tenebre, le difficoltà delle ultime stagioni e riparte verso le stelle della Champions.

E lo fa con questo affresco ispirato al Giudizio Universale, ma che ricorda molto anche i cieli del Correggio dipinti a Parma, realizzato dal fotografo spagnolo Joan Garrigosa. Uno dei più importanti a livello internazionale, che si occupa di campagne pubblicitarie in cui gioca col surrealismo e la fantasia in modo sempre originale.

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Campagna abbonamenti Inter: I segreti del capolavoro

Un video di 5’13” del 29 giugno ci spiega “i segreti del capolavoro“: gli elementi, i tifosi (scelti attraverso un casting avvenuto a San Siro nelle ultime giornate del campionato scorso) sono disposti lungo un’ellisse (la forma dello stadio) intorno ad un cielo azzurro stellato e rappresentano un universo di storie e citazioni. Cinque sono le storie principali: quella di Erik (Thohir) che sventola la bandiera interista nell’atteggiamento che ricorda la Libertà di Delacroix;  quella della famiglia Valsecchi (nonno, padre, figlio e nipote), la stirpe che si stringe in un vincolo di sangue nerazzurro. Quella del tatuatore che grida la sua passione nerazzurra. Quella di due ragazze che ammirano il firmamento stellato e infine quella del piccolo tifoso, sorretto dal padre(quelli del primo video) che insieme indicano il nuovo cammino.

Campagna abbonamenti Inter: l’audio guida

Ma ci sono più messaggi nascosti, come indica la scritta “Cerca Trova“(ripresa da un dipinto del Vasari) tatuata sul braccio di un tifoso, che vengono spiegati in una audioguida, simile a quelle che troviamo nei musei, di 15’14” del 6 luglio. Si notano subito i gesti di 3 tifosi che con le dita indicano i numeri 1, 1, 0, che richiamano i 110 anni dell’Inter. Vicino si vede su di una maglia il numero 10 più famoso della storia nerazzurra, Luis Nazario Da Lima, meglio noto col nome di battaglia di Ronaldo, nella posa della famosa pubblicità Pirelli. E’ rappresentato poi il celebre gesto di esultanza che fu di Recoba e poi di Ronaldo, che richiama il lustrascarpe.

La fondazione della F.C Internazionale del 9-3-1908, nata dalla scissione dal Milan, è ricordata da 3 personaggi in bombetta, col 3 che richiama il triplete del 2010, numero ripreso anche da una donna in adorazione in un gruppo di 3 persone. Vicino si cita, nella posa di una giovane, la Madunina, protettrice di Milano, e nella zazzera gialla nera e blu di un altro tifoso, il grande difensore nigeriano Taribo West.

Campagna abbonamenti Inter: la posa di Mourinho

L’artista rappresenta poi la famosa posa di Mourinho, durante l’esaltante notte di Barcellona al Camp Nou, con il dito rivolto al cielo, che dall’altra parte della volta pare trafiggere un giovane che sviene, nella identica posa della deposizione di Michelangelo. Quella grande gioia è raffigurata anche nel tifoso che piange con in mano una macchina fotografica, immagine icona di quella serata. Nei due personaggi, uno che si conta le dita e uno che si lava le mani, viene ripreso una famosa battuta dell’avvocato interista per eccellenza, Peppino Prisco “se stringo la mano a un milanista mi lavo le mani, se stringo le mani a uno juventino mi conto le dita”.

Il biscione, che compare e scompare lungo tutta l’opera, in mezzo alla folla, è metafora della catena di passione che coinvolge tutti gli interisti; la sua coda si ricongiunge con quella disegnata su di una bandiera, vicino alla quale troviamo Vecino nell’atteggiamento di esultanza per il gol decisivo contro la Lazio che ha portato la squadra “a riveder le stelle”.

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