Limite pagamento contanti 2019: come evitare multe. Cosa cambia

Pubblicato il 2 Maggio 2019 alle 06:21 Autore: Guglielmo Sano

Limite pagamento contanti: anche per il 2019 regole ferree e sanzioni severe per chi supera il limite stabilito con la FInanziaria 2016

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Limite pagamento contanti 2019: come evitare multe. Cosa cambia

Pagamento contanti, come cambiano i limiti


Il limite all’ uso dei contanti serve per contrastare l’ evasione fiscale ma anche il riciclaggio di denaro proveniente da attività illegali. In pratica, limitare l’ uso di contanti per aumentare il volume delle operazioni tracciabili, quindi, più facili da controllare. L’ attuale regolamento sull’ uso dei contanti risale alla Finanziaria 2016. Allo stato dei fatti, l’ uso di denaro “ cash” non può superare l’ importo di 3mila euro. Per money transfer e assegni il limite è 999,99 euro.

Nello specifico, non è possibile effettuare pagamenti in contanti o con libretti di deposito bancari o al portatore postali o di titoli al portatore, sia in euro che in valuta estera, per una cifra superiore ai 3mila euro. Inoltre, non è consentito il frazionamento della cifra, per esempio, 3 pagamenti da mille euro. Tuttavia, si può superare tale cifra se il pagamento avviene tramite banche, Poste Italiane, istituti di moneta elettronica e istituti di pagamento.

Limite pagamento contanti 2019: come evitare multe. Cosa cambia

Le sanzioni in caso di superamento del limite

Un decreto risalente al 2017 stabilisce le sanzioni in caso di superamento del limite. Pagamenti in contanti fino a 250mila euro: la multa per i contraenti va da 3mila euro a 50mila euro, per i professionisti (che non denunciano) da 3mila euro a 15mila euro. Invece, per pagamenti superiori ai 250mila euro, i contraenti possono essere sanzionati per un importo che va da 15mila euro a 250mila euro; i professionisti possono essere sanzionati con una multa compresa sempre tra 3mila euro e 15mila euro.

Clausola di non trasferibilità

Bisogna fare molta attenzione a compilare gli assegni inserendo la clausola di non trasferibilità per importi superiori ai mille euro. In molti sono incorsi in sanzioni – dai 3mila e i 5mila euro – al momento di pagare prestazioni molto comuni (funerali, interventi chirurgici etc.).

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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