Pensioni ultime notizie: Quota 100 e contributo solidarietà. Gli scaglioni

Pubblicato il 21 Agosto 2018 alle 01:10 Autore: Daniele Sforza
Pensioni ultime notizie: Quota 100 e contributo di solidarietà

Pensioni ultime notizie: Quota 100 e contributo solidarietà. Gli scaglioni.

Quota 100 e contributo di solidarietà. Chi finanzia


Sul tema pensioni ultime notizie riportano l’attesa per settembre, mese in cui si comincerà a sollevare il velo del mistero sul pacchetto previdenziale. Cosa ci sarà nella prossima Legge di Bilancio? Quali misure saranno adottate? Innanzitutto un problema da risolvere c’è sin dalle basi: il problema è quello delle risorse. Una parte potrà essere recuperata tramite alcune misure che potrebbero scontentare parte dei soggetti interessati. Si è iniziato con il taglio alle pensioni d’oro, o meglio, il ricalcolo con il metodo contributivo delle pensioni sopra i 4 mila euro.

Soluzione difficile da mettere in pratica, perché il 40% dei soggetti coinvolti avrebbe difficoltà nel ricostruire l’importo contributivo versato. Inoltre le risorse guadagnate da tale misura non sarebbero sufficienti a servire al loro scopo, ovvero alzare le minime a 780 euro. E allora si pensa a un’altra soluzione, che rischierebbe di essere incostituzionale se non fosse “a tempo” (si parla di 3 anni) proposta dalla Lega. Il cosiddetto contributo di solidarietà, a scaglioni, per le pensioni sopra i 2 mila euro.

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Pensioni ultime notizie: contributo di solidarietà, cos’è e a cosa serve

Il contributo di solidarietà di matrice leghista sarebbe a tutti gli effetti un prelievo basato su differenti aliquote a seconda degli scaglioni toccati. Sarebbe una misura a tempo (si parla di un triennio) per evitare il rischio di incostituzionalità. Su tale misura c’è da registrare i malumori dei 5 Stelle, che a loro volta devono incassare quelli della Lega sulla loro proposta. Ma a settembre qualcuno la spunterà, forse in un punto d’incontro sul sentiero che porta alla Legge di Bilancio. Magari con una misura del tutto nuova, visto che le due proposte non sono né compatibili né mescolabili. Per ora si parla di una aliquota in parallelo a livello del reddito; con una base dello 0,35% sugli assegni superiori ai 2 mila euro, per poi arrivare fino al 15% sugli importi più alti.

I guadagni che si ricaverebbero (le stime rimbalzano tra 800 milioni e 1,5 miliardi di euro) servirebbero a finanziare un fondo riservato al Lavoro; e più in particolare a incentivare le assunzioni per le categorie più svantaggiate, come i disoccupati under 29 e over 55.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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