Rimborso buoni fruttiferi di Poste Italiane a intestatario errato, i rischi

Pubblicato il 8 Aprile 2019 alle 06:07 Autore: Daniele Sforza

Cosa succede se il rimborso dei buoni fruttiferi di Poste Italiane risulta a un intestatario errato e quindi non può essere riscosso? Ecco i rischi.

Buoni fruttiferi di Poste Italiane: rimborso a intestatario errato
Rimborso buoni fruttiferi di Poste Italiane a intestatario errato, i rischi

Poste Italiane: rimborso buoni fruttiferi con intestatario errato


Può succedere (ed è successo, come vedremo) che il rimborso dei buoni fruttiferi di Poste Italiane stesso venga effettuato a un intestatario errato. Prima di scoprire quali sono i rischi e le conseguenze, facciamo un passo indietro. E vediamo in breve qual è la procedura da seguire per ottenere il rimborso dei buoni fruttiferi postali.

Buoni fruttiferi postali: come chiedere il rimborso

Generalmente ci si deve recare presso l’ufficio di Poste Italiane, portando con sé l’originale del Buono a sé intestato con il documento di identità e il codice fiscale; ovviamente è preferibile portabile con sé anche copia di tale documentazione. A questo punto l’intestatario dovrà compilare un modulo rilasciato in ufficio e procedere pertanto al rimborso di quanto maturato, a seconda delle condizioni e della tipologia del Buono stesso.

Buoni fruttiferi di Poste Italiane: come risolvere gli errori di trascrizione

A proposito di errori, nelle Faq della Cassa Depositi e Prestiti si chiarisce la procedura da seguire nel caso in cui i dati anagrafici riportati sul Buono fruttifero siano parzialmente errati. Cosa bisogna fare prima di chiedere il rimborso? La CDP risponde nel modo che segue. “Al momento del rimborso è necessario presentare un certificato di ‘congrue generalità’ rilasciato dal Comune di nascita. Dal quale si possa evincere che il soggetto che si presenta per il rimborso e il soggetto con le generalità riportate sul titolo sono la stessa persona”.

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Buoni fruttiferi: rimborso a intestatario errato, cosa fare

È successo in Umbria. Una signora era cointestataria di due Buoni fruttiferi postali. Stiamo parlando di Buoni della Serie O emessi a fine marzo 1983 a cadenza trentennale. Giunto il termine atteso, la signora si è recata in un ufficio di Poste Italiane per riscuotere quanto dovuto. La risposta che ha ricevuto è stata però disarmante. I Buoni erano già stati rimborsati, perfino prima degli anni Duemila, ovvero quando non erano ancora scaduti, a un altro soggetto imprecisato.

La signora ha ovviamente dimostrato le sue rimostranze, chiedendo prove tangibili a riguardo. Prove che Poste però non ha mai mostrato. A questo punto la signora si è affidata alla tutela dell’associazione dei consumatori Adic, sporgendo numerosi reclami. Nonostante l’Arbitro Bancario Finanziario avesse dato ragione alla signora, Poste ancora non aveva pagato il corrispettivo. Da qui il ricorso al Tribunale Civile di Perugia che ha condannato Poste al rimborso dei buoni richiesto oltre al versamento degli interessi legali.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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