Visita fiscale Inps: cambio prognosi e giorni, come aumentarli

Pubblicato il 25 Settembre 2018 alle 00:15 Autore: Daniele Sforza
Visita fiscale Inps: cambio prognosi e giorni

Visita fiscale Inps: cambio prognosi e giorni, come aumentarli.

Come aumentare prognosi e i giorni di malattia


Per quanto riguarda la visita fiscale Inps è possibile cambiare prognosi e quindi durata del decorso della malattia? Più precisamente, è possibile diminuirli o aumentarli? Questo perché la malattia potrebbe avere uno sviluppo diverso, sia in positivo sia in negativo; e quindi migliorare prima del tempo o aggravarsi ulteriormente. Nel primo caso sarebbe utile dunque poter tornare al lavoro in anticipo, magari per sbrigare delle pratiche urgenti; nel secondo sarà necessario modificare la prognosi e dunque ritardare il rientro a lavoro. Ma cosa succede in questi casi?

Visita fiscale Inps: prognosi, cosa sapere

Tra le informazioni utili sulla prognosi, va precisato che il medico fiscale ha la possibilità di ridurre o confermare la prognosi del medico di base. Il medico Inps non è un semplice controllore che valuta la presenza al proprio domicilio del lavoratore; bensì, a seguito del dovuto accertamento, può modificare l’esito della prognosi. Sotto questo aspetto, qualora il lavoratore voglia rientrare a lavoro prima del previsto, dovrà farsi redigere dal medico curante la rettifica del vecchio certificato e della prognosi.

Esenzione tabella A: chi non va controllato.

Visita fiscale Inps: parere del medico, novità

Come riporta Anmefi, tra le opzioni presenti al momento del parere medico sono rimaste solo le seguenti.

  • Giudicato in condizione di riprendere il lavoro/le ferie il…
  • Giudicato in condizione di incapacità al lavoro/alle ferie con prognosi al curante.

È dunque esclusa la dicitura “Giudicato in condizione di incapacità al lavoro/alle ferie con prognosi a tutto il…”. Da qui il medico è limitato a due sole possibilità: da un lato rende idoneo a riprendere il lavoro il soggetto; dall’altra affida la prognosi al medico curante.

Il problema riguarda sempre il rientro anticipato o il ritorno a lavoro in assenza di idoneità. L’Associazione Nazionale dei Medici di Medicina Fiscale afferma quanto segue. “La ripresa del servizio anche a fine prognosi in assenza di idoneità, sebbene assolva da responsabilità il medico curante, incide sulla presa in carico per il controllore dell’ultimo giorno; soprattutto quando sia edotto dal lavoratore sulle sue intenzioni. Ecco che la cautela di selezionare prognosi al curante diviene coercitiva per il lavoratore di sottoporsi a ulteriore visita presso il collega certificatore. E un obbligo per il medico fiscale di informarlo”.

Anmefi precisa anche che “in assenza di una verifica del medico curante, il datore di lavoro dovrebbe astenersi dal riammettere in servizio il suo dipendente”. Per quanto riguarda le due opzioni sopraelencate, il medico fiscale sarà tenuto a meditare maggiormente sui sintomi residui e alla loro trascurabilità in relazione alla mansione lavorativa da svolgere.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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