Niente reddito di cittadinanza per chi ha una casa di proprietà?

Pubblicato il 25 Settembre 2018 alle 09:34 Autore: Giovanni De Mizio
Reddito di cittadinanza dal 2019: M5S e Lega trattano su importo

Continua a prendere forma, almeno a parole, il “reddito di cittadinanza” (che non è un reddito di cittadinanza) fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio. Il problema è sempre lo stesso: le risorse sono scarse, per cui la platea dei beneficiari andrà tagliata.

La maggioranza ha già annunciato che proverà a limitare il “reddito di cittadinanza” ai soli italiani, nonostante questo sia probabilmente incostituzionale. Secondo le ultime notizie, però, ora sarebbero gli italiani ad essere esclusi dalla misura.

Il problema è che stando così le cose il “reddito di cittadinanza” peserebbe una quindicina di miliardi, che scendono a dieci se si considera il rinvio a primavera annunciato nei giorni scorsi.

Casa di proprietà? Niente reddito di cittadinanza

Nel tentativo di risparmiare soldi e dare il sussidio a chi ne ha più bisogno, i tecnici starebbero valutando la possibilità di escludere dalla misura chi ha la proprietà di un’immobile. Il denaro sarebbe quindi destinato anche in base alla ricchezza (e magari, più avanti, in base all’ISEE), e non solo al reddito.

Finora il M5S aveva avuto come cavallo di battaglia “quota 780 euro”, ovvero quella definita come soglia di povertà. Il sussidio doveva andare quindi a 2,76 milioni di famiglie il cui reddito non raggiunge questa soglia. Il governo avrebbe dato loro sufficiente denaro per raggiungere tale soglia, e solo 390mila famiglie avrebbero ricevuto i pieni 780 euro.

Altri requisiti e paradossi del “reddito di cittadinanza”

I tecnici, nel tentativo di far quadrare i conti come richiesto dai politici, sono al lavoro anche su altre ipotesi. Una prevede che il “reddito di cittadinanza” venga distribuito in base al numero di figli per famiglia. In questo modo chi ha più figli dovrebbe ricevere più soldi rispetto a chi ne ha di meno (o non ne ha).

In teoria, ha senso: una famiglia con figli ha più spese “obbligatorie” rispetto a un single, a parità di altre condizioni. Questo però ci ricorderebbe che il “reddito di cittadinanza”, in realtà, è un sostegno al reddito.

Uno dei paradossi, in questo caso, è che per finanziare il “reddito di cittadinanza” potrebbero essere eliminati i sussidi ai disoccupati. E questi ultimi, magari con la “sventura” di essere single e di avere una casa di proprietà, rischiano di essere esclusi dai 780 euro di di Maio.

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