Pignoramento conto corrente e carta prepagata, come è possibile evitarlo

Pubblicato il 8 Aprile 2019 alle 06:03 Autore: Daniele Sforza

Il pignoramento presso terzi può riguardare anche il conto corrente e la carta prepagata. È possibile evitare questo? Andiamo a scoprirlo.

Pignoramento conto corrente e carta prepagata: come evitarlo
Pignoramento conto corrente e carta prepagata, come è possibile evitarlo

Conto corrente e carta prepagata: come funziona il pignoramento


Il pignoramento del conto corrente e della carta prepagata è una delle forme di riscossione del debito più temute dalle persone. Soprattutto da chi non è lavoratore dipendente o pensionato, per i quali esistono dei vantaggi. Per questo motivo in molti si chiedono se sia possibile evitare il pignoramento del conto corrente o delle carte prepagate. In breve, se esistano dei prodotti di questo tipo non pignorabili.

La domanda potrebbe risultare legittima nel caso in cui un soggetto debitore si ritrovi a zero, con conseguenze pesanti sulla propria vita e sulle spese quotidiane o mensili da sostenere. La restituzione del debito resta infatti sempre la priorità, soprattutto dal punto di vista del creditore. Ma non sempre è possibile procedere con la restituzione immediata di tutta la somma. E le bollette o il proprietario dell’appartamento affittato di certo non aspetteranno che la situazione sia regolarizzata. Ma si può davvero evitare il pignoramento del conto corrente?

Pignoramento conto corrente e carta prepagata: come funziona

Il creditore che vuole riavere indietro la somma prestata ha il diritto di agire contro il debitore in diverse forme. Tra queste spicca il pignoramento presso terzi. In breve, si tratta di una procedura che riguarda un terzo soggetto. Quest’ultimo può essere il datore di lavoro e nel caso si agirebbe sull’accredito dello stipendio, oppure la banca, con azione diretta sul conto corrente. Ciò significa che tutto ciò che dovesse arrivare sul conto sarebbe bloccato, finché la somma non sarà ripagata.

Per tutti i soggetti, tranne lavoratori dipendenti e pensionati, scatta il divieto di prelievo delle somme accreditate sul conto. Il creditore agisce con una intimazione di pagamento che viene notificata alla banca e al debitore. Prima della sentenza, permane dunque il vincolo delle somme accreditate sul conto.

Questo avviene quando sul conto ci sia un saldo positivo. In caso di saldo negativo o saldo zero, non potrà essere vincolata alcuna somma ovviamente. Nemmeno con saldo positivo o pari alla cifra richiesta dal creditore, il soggetto avrà diritto di prelevare. Solo nel caso in cui il saldo sia positivo e la cifra sia superiore alla somma da restituire, il soggetto potrà effettuare prelievi, ma solo relativi all’eccedenza. Ovvero se il debito è di 1.250 euro e il saldo registra 1.350 euro, il soggetto potrà prelevare solo 100 euro. In tutti e tre i casi, il conto corrente continua a funzionare normalmente, nel senso che sarà possibile continuare a ricevere bonifici.

Pignoramento conto corrente per pensionati e dipendenti: come funziona

Diverso il discorso per lavoratori dipendenti e pensionati, parzialmente tutelati dalla legge. Infatti, a differenza di tutti gli altri soggetti, il pignoramento può riguardare solo una parte del saldo. In particolar modo se questo è in attivo, la somma bloccata non può essere il totale del saldo, ma coinvolgere solo la parte eccedente un importo, calcolato tramite una triplicazione dell’assegno sociale, il cui importo è variabile annualmente. Per il 2018 il limite è di 1.359 euro (453×3). Pertanto, se il saldo non supera questo importo, non ci sarà nulla da bloccare. Se il saldo è di 1.459 euro, allora il pignoramento riguarderà i 100 euro. Se il saldo subisce degli incrementi dopo la notifica del pignoramento, quest’ultimo riguarderà solo un quinto massimo dell’importo.

Pignoramento e sequestro: chi rischia il blocco dei soldi.

Pignoramento conto corrente: come evitarlo

Ci sono dei modi per evitare il pignoramento del conto corrente? Ovviamente sì, ma questo non significa che siano tutti produttivi. Ad esempio, come abbiamo scritto sopra, se si lascia il conto in rosso, nessuna somma potrà essere pignorata. Ovviamente ciò dovrà essere fatto prima che venga notificata l’intimazione. Allo stesso modo si potrebbe svuotare il conto prelevando quotidianamente, ma i futuri accrediti, dopo la notifica, non eviteranno il blocco. Come scrive La Legge Per Tutti un’altra soluzione potrebbe tradursi in un conto cointestato, laddove il pignoramento potrebbe agire solo nei limiti del 50% della disponibilità.

Pignoramento carta prepagata: si può evitare?

Qualcuno potrebbe pensare che una carta prepagata sia meglio di un conto corrente perché impignorabile. Ebbene, quel qualcuno si sbaglia. Infatti, anche le carte prepagate sono pignorabili. Diverso il discorso per un particolare tipo di carte prepagate, le cosiddette “usa e getta” e anonime. Carte per le quali non serve dare un identificativo, utilizzate solo per effettuare pagamenti. E che, una volta svuotate, diventano inutilizzabili. Questo tipo di carte non può subire il pignoramento. Proprio perché, a differenza delle prepagate normali, è assente la procedura che richiede i dati identificativi, in modo tale da associare il bene (la carta) alla persona. Tuttavia è altrettanto vero che queste carte prepagate anonime sono diventate ormai merce rarissima, se non introvabile.

SEGUI TERMOMETRO POLITICO SU FACEBOOK E TWITTER

PER RIMANERE AGGIORNATO ISCRIVITI AL FORUM

L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
Tutti gli articoli di Daniele Sforza →