Poste Italiane: buoni fruttiferi e ingiunzione di pagamento, come si procede

Pubblicato il 9 Aprile 2019 alle 06:03 Autore: Daniele Sforza

Il rimborso dei buoni fruttiferi di Poste Italiane non risulta legittimo? Ecco come e quando procedere con l’ingiunzione di pagamento.

Poste Italiane: buoni fruttiferi e ingiunzione di pagamento
Poste Italiane: buoni fruttiferi e ingiunzione di pagamento, come si procede

Buoni fruttiferi postali: come funziona l’ ingiunzione di pagamento


Sono diversi i risparmiatori che negli anni Ottanta hanno scelto i buoni fruttiferi di Poste Italiane come prodotto di investimento. Salvo poi ricevere brutte sorprese alla riscossione, 30 anni dopo. Tutta “colpa” di un decreto del 1986 che ha di fatto dimezzato i rendimenti dei buoni fruttiferi. Per questo motivo molti investitori che si sono recati presso gli uffici di Poste a chiedere il rimborso si sono sentiti rispondere cifre inferiori a quelle realmente spettanti. Da qui una pioggia di ricorsi e di assistenze legali che spesso hanno dato ragione ai cittadini e costretto Poste Italiane a rimborsare quanto effettivamente dovuto.

Poste Italiane: rimborso buoni fruttiferi 30 anni, il caso

L’ultimo caso riguarda una risparmiatrice del maceratese, che negli anni Ottanta aveva sottoscritto dei buoni. Ma al momento del rimborso, nel 2016, ecco la brutta sorpresa, con un rimborso inferiore della metà rispetto a quanto spettante. Quindi è iniziata la procedura legale, che ha dapprima cercato una mediazione con il Gruppo. Ma visto l’esito negativo si è poi proceduto alla ingiunzione di pagamento, che ha obbligato Poste a versare la somma richiesta.

Questo perché, per i buoni in questione, bisogna far riferimento ai tassi di interesse applicati sul retro dei titoli. I consumatori che hanno sottoscritto i Buoni negli anni Ottanta, infatti, non sono stati messi in condizione di valutare i cambiamenti peggiorativi delle condizioni. Ciò dà loro diritto di riscuotere quanto previsto (come stabilito sul retro dei Buoni). Il riferimento va immediatamente alla sentenza n. 6430/2016 della Corte di Cassazione. Qui viene stabilito che “la discrepanza tra le prescrizioni ministeriali e le indicazioni riportate sui buoni postali sottoscritti deve essere risolta dando la prevalenza alle seconde”. Bisogna perciò guardare al “contenuto enunciato dai buoni”, anche nel caso in cui le condizioni vengano modificare con apposito decreto ministeriale.

Sostituzione buoni fruttiferi: quando conviene e a chi

Buoni fruttiferi di Poste Italiane: ingiunzione di pagamento, la procedura

L’ingiunzione di pagamento, più correttamente definita decreto ingiuntivo, obbliga il debitore a saldare le somme dovute nei confronti del creditore, entro un lasso di tempo definito in 40 giorni dalla ricezione dell’ingiunzione. Per poter procedere con l’ingiunzione di pagamento, il creditore deve ovviamente avere delle prove che legittimano la richiesta di restituzione del debito. Si precisa che il decreto ingiuntivo è un atto esecutivo, che pertanto rende più complicato (ma non impossibile) al debitore contestare quanto richiesto. Questo in quanto il giudice, dopo aver esaminato le prove, ha verificato la legittima richiesta del creditore pronunciandosi dunque in suo favore.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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