Assunzioni scuola 2019: posti e concorso, cosa cambia in Legge di Bilancio

Pubblicato il 13 Novembre 2018 alle 00:16 Autore: Guglielmo Sano
Assunzioni scuola 2019: posti e concorso, cosa cambia in Legge di Bilancio

Assunzioni scuola 2019: posti e concorso, cosa cambia in Legge di Bilancio

Concorso assunzioni scuola 2019


Nella Legge di Bilancio compaiono importanti novità anche sulla scuola. In pratica, se l’attuale testo della manovra passasse l’esame del Parlamento verrebbe completamente smontato l’impianto della Buona Scuola del governo Renzi. Innanzitutto, nel mirino dell’esecutivo è finito il percorso FIT. Infatti, il tirocinio formativo di durata triennale si trasformerà in un percorso di formazione iniziale e prova annuale. Una sola possibilità, dunque, per passarlo e poi scomparirà definitivamente.

Non finiscono qui i cambiamenti sul processo di selezione e formazione dei docenti. Niente più concorso per i non abilitati con minimo 36 mesi di servizio. A questi ultimi sarà riservato solo il 10% dei posti del prossimo concorso ordinario. Il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha più volte lasciato intendere di voler favorire l’accesso alla professione ai neolaureati. Dunque, sembrano destinati al ridimensionamento i vari strumenti messi in campo negli ultimi anni per la stabilizzazione dei precari.

Assunzioni scuola 2019: la reazione e l’ira dei sindacati

È proprio su questo punto che i sindacati annunciano battaglia. Per esempio, l’Anief parla di “abbandono” dei circa 200 mila precari storici del settore. La Uil avvisa dei rischi di scavalcamento dei tantissimi in attesa di immissione in ruolo in caso di apertura dei concorsi ai neolaureati. Ancora più duri i toni dell’Associazione docenti per i diritti dei lavoratori (Anddl). “Se il Governo avvierà una tornata di concorsi per la prossima campagna elettorale di maggio 2019 senza aver prima stabilizzato chi lavora da anni boicotteremo le attività didattiche, bloccheremo gli scrutini e ci renderemo irreperibili per gli esami di Stato. Siamo pronti a scatenare l’inferno con una valanga di ricorsi. Preparatevi a una manovra finanziaria bis per i risarcimenti dei danni subiti in questi anni”.

Detto ciò, le novità non finiscono qui. Sarà previsto l’obbligo di mobilità quinquennale per i neoassunti. Cioè, si passa un concorso su base nazionale ma si può scegliere la regione d’assegnazione. Dopo non si può cambiare sede per 5 anni. In secondo luogo, finirà l’era della titolarità per ambito territoriale da cui i presidi attingevano per scegliere i docenti. Infine, niente più idoneità per il sostegno dove verranno stilate delle graduatorie biennali.

SEGUI TERMOMETRO POLITICO SU FACEBOOK E TWITTER

PER RIMANERE AGGIORNATO ISCRIVITI AL FORUM

L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
Tutti gli articoli di Guglielmo Sano →