Andrea Enria: chi è il nuovo presidente del Single Supervisory Mechanism

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Andrea Enria: chi è il nuovo presidente del Single Supervisory Mechanism

È Andrea Enria il nuovo presidente del Single Supervisory Mechanism, vale a dire dell’istituto di vigilanza unica sulle banche della zona euro. Enria ha superato la concorrenza di Sharon Donnery, vice presidente della Banca Centrale Irlandese, ottenendo la designazione da parte del Consiglio dei Governatori della BCE lo scorso mercoledì a Francoforte. La nomina di Enria dovrà ora essere confermata dal Parlamento europeo e dal Consiglio, vale a dire dai governi nazionali.

Andrea Enria: la seconda carica più importante

In tandem con il Meccanismo di Risoluzione Unico, il Meccanismo di Vigilanza Unico è considerato uno dei più rilevanti organismi dell’Unione Bancaria. La sua presidenza è considerata la seconda carica in termini di importanza dopo quella di Presidente della BCE. Enria avrà infatti la supervisione su 118 dei più importanti istituti di credito dell’area euro. Questi hanno a loro volta un giro d’affari di circa 21mila miliardi di euro, stando a quanto riportato dal Sole24Ore.

Originario di La Spezia, Enria è noto per essere uno dei più duri difensori della stabilità in ambito finanziario. Il più intransigente fra i funzionari italiani delle istituzioni comunitarie, lo descrive un articolo sulla Stampa. Nella sua trafila accademica figurano percorsi di studio alla Bocconi di Milano (laurea) e all’Università di Cambridge (master). Tutta la sua carriera si è sviluppata a cavallo tra le istituzioni finanziarie del suo paese di origine e quelle europee.

Andrea Enria: la carriera

Nel 2004 ottiene il suo primo incarico di grande rilievo in ambito europeo. Si reca infatti a Londra per assumere il ruolo di segretario generale del comitato dei supervisori. Quest’ultimo è l’embrione di quella che in futuro diventerà l’Autorità Bancaria Europea.

Tornato in Italia, ricopre per due anni, dal 2008 al 2010, il ruolo di capo della supervisione bancaria di Bankitalia. Un ruolo senza dubbio importante, data la congiuntura economica di forte incertezza a fronte della crisi dei subprime che porterà al fallimento di Lehman Brothers e all’ondata recessiva globale. Dopo i due anni passati a Palazzo Koch, diverrà nel 2011 presidente della stessa ABE, incarico svolto per due mandati, fino al giorno d’oggi.

Enria, 57 anni, è noto per le sue posizioni favorevoli al bail-in di fronte ad una eventuale crisi di un istituto creditizio. Da presidente dell’ABE ha ricoperto un ruolo decisivo in seno all’assetto comunitario, in quanto responsabile della gestione degli stress test bancari; vale a dire, delle rilevazioni che assicurano la tenuta o meno degli istituti di credito di fronte a turbolenze finanziarie interne od esterne. L’organismo che si appresta a dirigere dal 2019 si occupa anche di un altro tema importante, ovvero della valutazione dei crediti deteriorati all’interno dei patrimoni delle banche.

Andrea Enria: il rapporto con la Lega

Gli analisti finanziari descrivono Enria come un esponente super partes del mondo finanziario, non influenzato dalla propria nazionalità ma neanche uomo di Berlino. Gli scenari prefigurati da Enria sui quali effettuare gli stress test sono stati in passato molto duri in merito alle banche italiane. A fare le spese del lavoro di Enria sono stati gli outlook di istituti quali Mps e Carige, ma anche della fu Banca Popolare di Vicenza. Ciò ha scatenato in passato la disapprovazione di Bankitalia, che accusò Enria di essere invece troppo accondiscendente rispetto alle passività di banche di altri Stati, come ad esempio Francia e Germania.

Senza alcun dubbio Enria non è vicino ai partiti che sostengono l’attuale governo giallo-verde. I giornali negli scorsi giorni hanno riportato come la Lega abbia cercato di sabotarne l’ascesa alla presidenza dell’SSM. Questo per quanto anche gli altri due candidati, l’irlandese Donnery e il francese Ophèle, non avessero le credenziali di “amici dell’Italia”. Enria dovrà occuparsi all’inizio del suo mandato proprio delle sfide poste dalle condizioni del sistema bancario italiano, in tempi di incertezza dovuti alle conseguenze della manovra economica gialloverde. Ovvero, sull’altalena dello spread e sulla tenuta di lungo periodo degli istituti di credito.

Michele Mastandrea

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