Cina news: Taiwan, l’epicentro dello scontro tra Usa e Pechino

Pubblicato il 13 Novembre 2018 alle 17:25 Autore: Michele Mastandrea
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Cina news: Taiwan, l’epicentro dello scontro tra Usa e Pechino

Lo status di Taiwan è da lungo tempo uno dei temi più controversi in merito agli equilibri geopolitici dell’Asia Orientale. Infatti, l’isola è separata dalla Cina in termini amministrativi sin dal 1949; quell’anno, infatti, le armate nazionaliste di Chiang Kai-shek vi fuggirono in seguito alla definitiva vittoria dei maoisti nell’ultima fase della guerra civile cinese.

Cina news: tensioni mai sopite

Dal 1971, con il rapprochement sino-americano, Taiwan perse il suo seggio alle Nazioni Unite in favore di Pechino. Da anni la Cina afferma risolutamente che impedirà qualunque cambiamento rispetto all’attuale status quo, inteso come una fase transitoria in vista della riunificazione dell’isola con la Cina continentale.

Tuttavia, dal 2016, con l’avvento al potere di Tsai Ing-wen del Partito Progressista Democratico, Taiwan ha assunto una posizione lievemente più assertiva nei confronti della Cina in merito al grado della sua autonomia politica. Allo stesso tempo, Pechino ha risposto ribadendo ulteriormente la sua determinazione a riunificare l’isola alla Cina continentale.

La superpotenza asiatica intende affermare su scala internazionale l’adesione alla One China Policy, ovvero all’accordo firmato nel 1992 che riconosce una sola ed unica Cina. La lettura cinese dell’accordo implica che Cina continentale e Taiwan siano destinate a riunirsi, anche con la forza se necessario.

Cina news: elemento fondamentale

L’equilibrio bipolare della Guerra Fredda, insieme all’insediamento militare americano in Giappone e Corea del Sud, aveva in passato reso infatti impossibile per la Cina riconquistare l’isola militarmente. Negli anni però, Pechino ha sempre più fatto balenare come sia disposta verso questa soluzione in caso di stravolgimenti dell’attuale assetto.

La questione assume caratteri geopolitici quando si nota come Taiwan sia fondamentale in ogni possibile strategia di contenimento della Cina da parte degli Stati Uniti. Gli USA, che del dominio delle rotte marittime fanno l’architrave della loro supremazia globale, circondano la Cina con un arco di territori loro alleati che va dal Giappone fino all’Australia e all’India.

Taiwan è interno a questo arco e non a caso una amministrazione fortemente aggressiva verso la Cina come quella americana attuale continua a sostenere l’indipendenza dell’isola dal Pechino, per quanto non dicendolo esplicitamente al fine di non scatenare la risposta cinese. Uno dei primi atti politici di Trump una volta eletto fu proprio una telefonata con Tsai Ing-wen che scatenò l’ira di Pechino.

Cina news: nuova strategia?

Proprio la strategia americana per l’Indo-Pacifico dovrebbe essere delineata con maggiore chiarezza e profondità in un discorso del vicepresidente americano Pence previsto per il prossimo 17 novembre al meeting dell’Apec in Papua Nuova Guinea. Pence visiterà precedentemente anche Giappone, Singapore e Australia.

Nel suo discorso all’Apec Pence dovrebbe affrontare questioni chiave come i termini di un nuovo piano di aiuti economici alle economie del Pacifico, il tema legato alla cybersicurezza, le tensioni geopolitiche che vanno dalla Corea del Nord al Mar Cinese Meridionale. Probabilmente parlerà anche di Taiwan.

I recenti accordi per la fornitura di materiale bellico americano all’isola asiatica hanno irritato molto la Cina. Tsai Ing-wen è stata recentemente in visita negli Usa a perorare la causa taiwanese.

Cina news: referendum sull’indipendenza

Taiwan è attiva su molti fronti nell’affermare la sua autonomia. Il 24 novembre un referendum sull’isola dovrà decidere se eliminare il nome di ‘Chinese Taipei’ dalle divise degli sportivi che gareggeranno alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Il 20 ottobre migliaia di persone hanno marciato per la capitale dell’isola per richiedere al governo l’indizione di un referendum sull’indipendenza.

Di recente però molti stati hanno lasciato Taiwan in termini diplomatici per avvicinarsi a Pechino. È il caso di stati come Panama, El Salvador e Repubblica Dominicana. Con la loro defezione ridotto a meno di 15 il numero degli stati che a livello globale hanno legami con Taiwan. Per alcuni commentatori la Cina avrebbe di fatto “comprato” questo sostegno attraverso prestiti economici e sovvenzioni allo sviluppo; a testimonianza di ciò ci sarebbe il recente accordo del valore di circa 150 milioni di dollari in aiuti da Pechino a El Salvador.

Il tema di Taiwan è dunque sempre più cartina di tornasole per verificare lo stato dei rapporti tra Usa e Cina, interessati da un profondo scontro in termini commerciali e tecnologici. Potrebbe essere una delle micce che rischiano di riscaldare il conflitto.

Michele Mastandrea

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L'autore: Michele Mastandrea

Nato nel 1988, vive a Bologna. Laureato in Relazioni Internazionali all'università felsinea, su Termometro Politico scrive di politica estera ed economia.
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